Maigret a scuola. Il mio primo Maigret

Maigret a scuola, il mio incontro con Maigret.

bambino in un raggio di sole

Maigret a scuola: una storia di bambini.

Il mio primo Maigret.

Maigret a scuola, fu il mio primo Maigret; il romanzo che segnò il mio primo vero incontro con il commissario Maigret e, soprattutto, con il suo autore: lo scrittore belga, ma francese d’adozione, Georges Simenon.

In quella edizione, Mondadori aveva deciso di titolare impropriamente Maigret ha un dubbio (titolo di un altro romanzo Maigret), ma pazienza: a tutto c’è rimedio.

Quale è stato il tuo primo Maigret? Quando e come hai incontrato il commissario per non mollarlo mai più? Tutti noi appassionati delle vicende del commissario più famoso di Francia, sappiamo sicuramente rispondere a questa domanda. Scommetto che molti ricordano anche il giorno e l’ora, o almeno, il luogo dove l’incontro avvenne.

Per me è accaduto per caso, cercando qualcosa da leggere per riempire l’attesa fra un treno e l’altro, nell’atrio di una stazione. Un edicola con più libri che giornali e un po’ di tempo da spendere.

Era il 1991, quando acquistai questo romanzo di Georges SimenonMaigret ha un dubbio. Un giorno che partivo o tornavo da qualche parte che non ricordo. Lì è cominciata un’avventura che è poi continuata con tanti altri titoli e tanti romanzi, anche senza Maigret, ma sempre scritti dalla formidabile penna di Georges Simenon. Un’avventura arrivata fino ad oggi e a questo Blog.

Maigret a scuola ed inizia il mio viaggio con Maigret.

Perché proprio quel libro non saprei più dire; forse l’immagine di copertina.

Era un’edizione Oscar Mondadori, con in copertina la fotografia di certe vecchie case con il tetto di paglia, in riva al mare. Forse fu il ricordo della Normandia, visitata, l’anno prima, in viaggio di nozze e, insieme, l’idea sepolta in me da anni, di certe atmosfere francesi in bianco e nero che il nome Maigret riportò alla memoria.

Le puntate della serie televisiva con Gino Cervi, viste da ragazzino, i film di Jean Gabin sul commissario e, più in generale quel milieu parigino conosciuto ed amato attraverso tanti film in bianco e nero, visti in televisione, quando ancora la televisione consentiva di aprire le porte della mente su universi meravigliosi.

Se non avevo mai letto Simenon, adoravo da tempo Pierre Mac Orlane e le sue atmosfere altrettanto suggestive.

Non saprei dire, ora, perché proprio quello doveva essere il mio primo Maigret, ma sta di fatto che lo comprai e poi lo lessi.

Il romanzo di cui parlo ha, nella vecchia edizione Mondadori, un titolo, come già detto, un tantino fuorviante: “Maigret ha un dubbio“. Il titolo originale francese, Maigret a l’ecole è molto più calzante. Questo perché, in fondo, leggendo il romanzo, ci si rende conto ben presto che si tratta esattamente di una storia di bambini!

Al centro dell’inchiesta, raccontata nel romanzo, un maestro di scuola. L’ambientazione: un paesino di poche anime ed un nome di fantasia, situato nei pressi di La Rochelle in Bretagna. Il povero maestro è accusato ingiustamente dell’omicidio di una vecchia e odiosa “ricevitrice postale” ormai in pensione. L’arma del delitto un’apparentemente innocua carabina ad aria compressa.

Un arma da bambini o quasi!

 Niente di più lontano dalle atmosfere dei bassifondi parigini, che immaginavo di ritrovare nelle pagine di un romanzo con protagonista il commissario della polizia criminale di Parigi.

La delusione, se ci fu, durò solo un attimo. Poi mi ritrovai nel villaggio di “Saint-André-Sur Mer“, seduto fuori dall’albergo Bon Coin gestito da Luis Paumelle: uno dei tanti vivacissimi personaggi di questo racconto corale.

Si perché il vero protagonista di questo romanzo non è il commissario Maigret e nemmeno il misterioso assassino della ricevitrice postale: protagonista è il paese intero con tutti i suoi abitanti.

Maigret a scuola – uno dei romanzi “americani” di Simenon.

Scritto a Shadow Rock Farm presso Lakeville nel Connecticut (Stati Uniti), nei primi otto giorni del dicembre 1953, Maigret ha un dubbio venne pubblicato in Francia nel 1954 per i tipi di Presses de la Cité ed è il 44° romanzo dedicato alle inchieste del popolare commissario parigino. Il titolo originale francese è: Maigret à l’école. L’editore Adelphi recupera, giustamente, la titolazione originale nel 2003 pubblicandolo appunto come Maigret a scuola.

In effetti si tratta di un titolo particolarmente adatto, perché, come vedremo, questo romanzo è essenzialmente, come ho già anticipato, una storia di bambini.

Maigret a scuola, l’incipit.

“Ci sono delle immagini che registriamo inconsciamente, con la minuzia di una macchina fotografica, e capita che in seguito, quando le ritroviamo nella memoria, ci spremiamo le meningi per capire dove le abbiamo viste. Dopo tanti anni, Maigret non si accorgeva più che, arrivando sempre un po’ trafelato in cima alle scale ripide e polverose della Polizia Giudiziaria, si fermava un attimo e macchinalmente il suo sguardo andava verso il gabbiotto a vetri utilizzato come sala d’aspetto, da alcuni chiamato l’acquario, da altri il Purgatorio. Forse lo facevano tutti ed era diventato una specie di tic professionale. Anche quando, come quel mattino, un sole chiaro e leggero, che aveva l’allegria del mughetto, brillava su Parigi e faceva scintillare le bocche rosa dei comignoli sui tetti, nel Purgatorio, che non aveva finestre e riceveva luce soltanto dall’immenso corridoio, una lampada restava accesa tutto il giorno.”

Maigret a scuola un romanzo corale.

Se qualcuno si illude che Simenon abbia una concezione ottimistica dell’umanità, deve leggere le pagine di questo romanzo e potrà cambiare tranquillamente opinione.

Nemmeno i bambini sono del tutto innocenti, in queste pagine! Quanto agli adulti non c’è proprio speranza.

Non è però un giudizio moralistico quello di Simenon. Il fatto è che gli uomini sono troppo impegnati a sopravvivere alla vita per potersi permettere il lusso dell’innocenza.

Il fatto assolutamente stupefacente è che lo scrittore belga riesce a presentarci questa sua tesi desolante con la leggerezza di un acquarello giapponese.

Simenon disegna con una maestria e una semplicità impareggiabili, note e caratteri di una moltitudine di personaggi, tutti inseriti magistralmente nell’intreccio del romanzo. Con poche pennellate traccia precise figure e le inquadra perfettamente. Senza indulgere in compiacimenti retorici, ma colorando solo i tratti essenziali alla descrizione del personaggio e del tipo umano.

La figura tormentata del maestro Joseph Gastin, sconfitto di sempre ed ora capro espiatorio di una brutta storia, di cui nessuno vuole conoscere la verità.

Con lui, l’albergatore Luis Pomelle, il medico Xavier Bresselles e il vicesindaco Thèo, il postino Ferdinand Cornu, il fabbro, il macellaio Marcellin, il prete e il Tenente Daniélou della gendarmeria di La Rochelle.

E poi le donne: la vittima Lèonie Birard ricevitrice postale in pensione, depositaria dei segreti di tutte le famiglie del paese e odiata da tutti per la sua perfidia. La moglie del maestro dilaniata dal rimorso per una colpa inconfessabile e Thèrése, l’amante di Pomelle, che, al tramonto di una giovinezza difficile e discutibile, attende paziente e non senza una qualche speranza, che l’albergatore si decida a sposarla. Con loro anche tutti gli altri: le donne e gli uomini del villaggio e soprattutto i bambini; falso scopo di tutta la narrazione.

Maigret a scuola – Una storia di bambini.

maigret ha un dubbio

La copertina dell’edizione Mondadori.

Perché, in fondo Maigret a scuola, altro non è che una storia di bambini, perché bambini sono un po’ tutti nella storia.

A partire dai Capiservizio colleghi di Maigret al Quai des Orfévres. Non sembrano anche loro un po’ bambini in quella mattina di primavera in cui ha inizio il racconto?

E Maigret stesso? Non ha forse accettato di recarsi laggiù solo per l’infantile desiderio di assaggiare un piatto di ostriche e un bicchiere di vino bianco?

Ma come ho detto nulla si salva in questa vicenda solo apparentemente leggera. Il vino bianco lo deluderà e delle ostriche nemmeno l’ombra, che non è l’epoca della raccolta!

Allo stesso modo appaiono bambini un po’ tutti gli abitanti di quel villaggio. Si conoscono tutti sin dall’infanzia e dell’infanzia hanno mantenuto i sentimenti, gli odi, le antipatie o simpatie, maturati al tempo della scuola.

Unico elemento estraneo al tessuto del paese: la famiglia costituita dallo sfortunato maestro, dalla sua tormentata compagna e dal loro unico figlio.

Il colpevole si scoprirà, come sempre, alla fine e sarà una sorpresa inaspettata. Si perché in questa storia dove appunto Maigret torna per un attimo fra i banchi di scuola, tutto sembra scontato o quasi, salvo poi rivelarsi esattamente l’opposto di quello che appare: una storia di bambini, ma bambini con poche speranze e ancor meno prospettive.

I romanzi Maigret visti da me!

Maigret a scuola

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Maigret a scuola. Il mio primo Maigretultima modifica: 2023-03-11T01:53:13+01:00da albatros-331
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