Georges Simenon scrittore di successo e qualità

Georges Simenon scrittore famoso in tutto il mondo.

Simenon visto da amici e colleghi

Georges Simenon visto da amici e colleghi.

 

Qualità e successo in Georges Simenon.

Georges Simenon è uno scrittore del cui successo nessuno ormai dubita più: in Francia come in Italia e in gran parte del mondo. Oggi sono rimasti veramente in pochi a dubitare della grande qualità dell’opera letteraria di questo scrittore belga.

Non è stato sempre così. La questione è nota a tutti gli appassionati lettori che seguono da anni lo scrittore belga. Per lungo tempo l’insieme dei romanzi, notevolmente corposo, ha lasciato perplessi molti tra gli addetti ai lavori.

Innanzi tutto la sua compromissione con il genere poliziesco, giudicato (non sempre a torto) genere minore. Poi il grande successo di pubblico, la vasta produzione commerciale di inizio carriera, la sua vita decisamente sopra le righe, quel non schierarsi politicamente che fu particolarmente inviso all’intellighenzia militante (non solo in Italia), almeno fino alla prima metà degli anni ’80 del secolo scorso.

Tante cose insieme che hanno finito per alimentare un pregiudizio duro a morire: almeno quanto l’aneddoto sulla gabbia di vetro, dentro la quale, il nostro, avrebbe tentato un esperimento di scrittura in diretta, mai avvenuto nella realtà, ma accreditato da alcuni ancora oggi come reale.

Come ho detto oggi la situazione è molto cambiata. A pieno titolo, Georges Simenon, è annoverato tra i massimi esponenti della letteratura europea di lingua francese. Da appassionati non possiamo che compiacercene, ma non possiamo evitare di porci la domanda, magari oziosa: davvero ci voleva tanto tempo per comprendere la grandezza di questo scrittore?

Ecco spiegata la ragione di questo post (e di quello che lo ha preceduto): una critica al pregiudizio e…un sassolino tolto dalla scarpa.

Detto questo vorrei ora spezzare una lancia in favore di coloro che per lungo tempo, e in misura infinitamente minore ancora oggi, hanno faticato e faticano a comprendere l’opera di Simenon.

Il novecento è stato un secolo complesso. Un po’ perché in nessun altro momento della sua storia l’umanità ha visto susseguirsi tanti cambiamenti “epocali”, un po’ perché avendolo vissuto e non osservato da lontano, come accade con tutti gli altri secoli, non sempre risulta facile comprendere il significato esatto degli accadimenti o la reale dimensione dell’opera di questo o di quell’attore, che quei cambiamenti li ha prodotti o interpretati al meglio.

La società di massa che agli esordi di Simenon iniziava appena a consolidarsi, ha provocato enormi mutamenti, anche a livello di percezione umana delle cose: del bello, del giusto, dell’utile, del valido.

Anche il significato di parole come qualità o successo ha visto mutamenti e sovrapposizioni, impensabili in altre epoche della nostra storia.

Simenon fu a lungo relegato a giallista di successo.

Simenon scrittore di successo? Certo che si! Ci sono 800 milioni di copie vendute in tutto il mondo a dimostrarlo senza ombra di dubbio.

Simenon scrittore di qualità? Il giudizio non è stato sempre univoco nel valutare qualitativamente l’opera di Georges Simenon, anche se, nel tempo, è andata aumentando sempre più, anche nei critici ed addetti ai lavori, la consapevolezza del valore estremamente elevato dell’opera complessiva dello scrittore belga.

Per molti anni, in Italia, Simenon è stato soprattutto un “giallista”. Il papà del commissario Maigret.

Un giallista originale e di successo, certamente, ma un giallista.

Non che fossero ignoti alcuni dei suoi più importanti romanzi duri, quelli senza Maigret per intenderci, ma la schiera di quanti si ostinavano a considerarlo un autentico scrittore e di grande qualità, godeva di scarsa considerazione: anime semplici ingannate da una complessità apparente e un tantino stereotipata.

Per difendersi erano costretti a citare in continuazione Gide ed Hemyngway e la grande considerazione che essi avevano per il collega belga, nel tentativo, anch’esso un po’ stereotipato, di non passare proprio da sprovveduti.

Ci sono autori che riescono a scrivere un unico romanzo in tutta la propria vita.

Hanno una visione del mondo e delle cose e concentrano tutto questo in un’opera che è il compendio di tutto il loro pensiero.

Altri sviluppano le proprie tematiche su di un’orizzonte più variegato attraverso la realizzazione di due,tre… venti, opere letterarie differenti.

Ebbene Simenon ne scrive circa 450 di romanzi e questo solo fatto pone la sua figura di scrittore in una posizione piuttosto unica e particolare ed è ragionevole che ciò possa porre più di un problema a coloro che si sentono chiamati a valutare l’operato altrui o ai colleghi scrittori che vi si confrontano.

Riconosciuta oggi la qualità di Simenon.

Possiamo tranquillamente affermare che il problema è ormai abbastanza superato e, tranne qualche ostinata sacca di resistenza, legittima per altro, Georges Simenon, oggi come oggi, non può più essere considerato uno scrittore a metà o uno scrittore di secondo piano.

Mondadori ebbe il pregio di introdurre il giovane Simenon, ai suoi esordi, presso il pubblico italiano. In seguito pubblicò e ripubblicò molte sue opere, ma non riuscì a svassallarlo da quel collegamento al genere poliziesco che, appunto, rimase appiccicato allo scrittore per lunghi anni.

Dopo il pregevole lavoro di pubblicazione e ripubblicazione di moltissime sue opere, Maigret e non Maigret, realizzato dalla casa editrice Adelphi a partire dalla metà degli anni ’80 del novecento, solo pochi prevenuti possono ancora considerare lo scrittore belga un semplice giallista estemporaneo con ambizioni letterarie.

Ciò nonostante può ancora capitare di cogliere qualche velato dubbio sulla qualità dell’opera di Simenon, tra le righe di una recensione o di un articolo. Anche se la situazione si è ormai ribaltata e la figura da sprovveduti la fanno più i detrattori che i sostenitori dell’autore.

Oggi assistiamo, semmai, all’apparire di un processo inverso: dato per scontato il valore letterario dei romanzi duri di Simenon e, più in generale, di gran parte della produzione extra Maigret, i settantacinque romanzi con protagonista il commissario parigino sembrano scadere, nel giudizio di alcuni, ad opere minori.

Quasi dei semplici divertissement dello scrittore. Una pausa rilassante tra un romanzo vero e l’altro.

Vuoi che i Maigret sono più brevi, vuoi che erano battuti a macchina e non scritti a matita! Vuoi che venivano sfornati in fretta! Vuoi che piacciono proprio a tutti (o quasi).

A mio avviso, svalutare i romanzi Maigret, sarebbe un’ingiustizia solo di poco inferiore a quella precedente, che voleva Simenon giallista di successo, ma non scrittore di qualità.

Maigret è qualcosa di più di un personaggio.

Il personaggio del commissario Maigret, è assai più complesso e molto più profondo di quanto lo siano quasi tutti i sui colleghi investigatori creati da altri autori. Così come per nulla semplice, mi appare, la struttura delle “storie” narrate nei romanzi che lo vedono protagonista ed il ruolo che il commissario stesso ha in quelle storie.

Nella scelta del personaggio Maigret e nella cura che l’autore pone nel crearlo, emerge chiara l’intenzione di porsi su di un piano letterario più elevato, rispetto al semplice racconto di delitti e avventure che spesso caratterizzano il genere.

Basti solo pensare che quando viene finalmente scritto il primo vero Maigret (Pietr le letton), Simenon ha soltanto ventisei anni!  Non sarebbe molto più naturale, per un giovane scrittore, presentare al pubblico un personaggio altrettanto giovane? Magari uno di quegli affascinanti tombeur de femmes che facilmente conquistano il favore del pubblico, sia maschile che femminile?

Simenon questa possibilità l’ha effettivamente indagata, proprio nello stesso tempo in cui dava vita al personaggio che lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo. Se la scelta definitiva è caduta su Maigret è stato il maggior realismo e per le migliori possibilità espressive che questo personaggio offriva al suo autore ed alla sua insaziabile voglia di indagare, e non solo raccontare, l’Uomo nella sua profondità psicologica e comportamentale.

Maigret, quando si presenta per la prima volta al suo pubblico, è un quarantacinquenne: cosa che nel 1930 non era esattamente la stessa di oggi. Un uomo serio ed esperto. Massiccio sia di mole che di carattere. La forza pacata e la consistenza della sua figura sono rappresentazioni esteriori di altrettante ed equivalenti qualità interiori al personaggio (per questo trovo assurdi certi Maigret piccoli e smilzi, anche recenti, che cinema e televisione ogni tanto ci propinano).

In lui nessuna particolare indole alla violenza o ai colpi di testa. Un funzionario statale come tanti. Per di più sposato felicemente e, assolutamente, fedele alla moglie. Non c’è da aspettarsi certo, chissà quali roboanti avventure!

Maigret, passepartout di Simenon per l’animo umano.

Ma è proprio questo che serve a Simenon. Perché dentro di se egli ha compreso di avere “altro” da raccontare: vicende umane autentiche. Maigret è protagonista e allo stesso tempo comprimario in vicende che sono, prima di tutto, quelle di esseri umani veri, visti in quell’ambiente altrettanto vero che è il loro ambiente reale. Il nostro ambiente. Quello di tutti noi. Maigret è uno di noi. Più attento e caparbio, più paziente e capace, ma uno di noi!

Così il commissario con la pipa diventa, non un pretesto, ma il passepartout, la chiave attraverso cui spalancare la porta di quello che spesso è un vero e proprio abisso: la profondità dell’animo umano, ripulito da tutte le apparenze.

Ma c’è anche dell’altro!

Il genere del romanzo poliziesco popolare, lo scrittore belga, lo cavalca anche perché ne ha colto le enormi potenzialità. Ha capito che il crescente successo del genere viene da un bisogno di realismo, di partecipazione ed identificazione. Il pubblico si è abituato sempre più a leggere ogni giorno sui quotidiani quei fait-divers che pur narrando la vita reale sembrano ammantarla di mistero e d’avventura.

Di quella cronaca quel pubblico è sempre più affamato e, forse inconsciamente, cerca una letteratura d’evasione che a quella cronaca si avvicini sempre più. Perché in quei trafiletti di giornale ritrova se stesso come protagonista. Vede, amplificati, tutti i drammi e le passioni del suo vivere quotidiano.

Così, coscientemente o incoscientemente, la voglia di raccontare l’uomo reale, prepotente in Simenon, ha incontrato immediatamente il desiderio altrettanto prepotente da parte del pubblico di ritrovare la propria realtà anche nelle pagine dei  libri che sceglie di leggere.

Quello è diventato il suo pubblico e non lo ha mai abbandonato. Nemmeno oggi.

Poliziesco maggiore e minore.

Una vicenda letteraria, quella di Simenon e Maigret, che si sviluppa nell’arco di quarant’anni e su una mole di scritti così corposa, complessa e variegata, da non poter essere assolutamente liquidata come secondaria, sulla scorta di una mai assopita scarsa considerazione nel genere poliziesco.

Genere poliziesco che non sarebbe per nulla inferiore, se non fosse che la notevole disponibilità di un pubblico potenziale ha indotto, in ogni tempo, un mare di autori, ahimè molti dei quali assai meschinelli, a cimentarvisi a prescindere dalle reali capacità. Spesso anche con qualche seppur effimera fortuna.

Qui si è creato il solco tra qualità e successo.

Il resto poi lo ha fatto la critica, rifiutando a priori un riconoscimento di valore alle opere iscrivibili al genere poliziesco e rifiutando recisamente di considerare “di genere” le opere che fossero effettivi capolavori: Delitto e castigo sarebbe a tutti gli effetti un poliziesco, se a scriverlo non fosse stato Dostoevskij, cosi come Quer pasticciaccio brutto di via Merulana, se non l’avesse scritto Gadda.

Se Georges Simenon non avesse mai scritto polizieschi, sarebbe stato più facilmente considerato da subito uno degli scrittori più grandi del ‘900?

Georges Simenon-Maigret e non Maigret

Georges Simenon visto da amici e colleghi.

A completamento di quanto detto ecco una panoramica di giudizi espressi da scrittori di varie nazionalità riguardo all’opera letteraria di Simenon.

Un Georges Simenon visto da amici e colleghi.

Cosa pensavano e cosa dicevano e dicono, di lui, uomini e donne che hanno condiviso la stessa professione: quella di scrittore.

Abbiamo raccolto nel web una serie di testimonianze appartenenti a suoi contemporanei o a più giovani autori. Non tutti sono degli scrittori, ma sicuramente la maggior parte. Alcuni sono amici, altri lo hanno conosciuto solo leggendolo.

Tutte queste testimonianze possono aiutarci a penetrare un po’ di più nella complessa realtà umana e professionale di quello che sicuramente è uno dei più formidabili scrittori del ‘900, ma anche, per certi versi, un caso unico e complesso.

Cosa hanno detto di Georges Simenon:

Marcel Aymé

Marcel Aymé (Joigny, 29 marzo 1902 – Parigi, 14 ottobre 1967) è stato uno scrittore francese, autore di opere di letteratura per ragazzi e di letteratura umoristica.

Autore di commedie, di romanzi, di racconti per ragazzi e di novelle, le sue opere hanno ispirato svariati film, programmi televisivi, fumetti e cartoni animati. I suoi testi riflettono un senso particolare dello humour e del fantastico.

Di Simenon disse:

Simenon, c’est Balzac moins les longueurs.

“Simenon è Balzac con meno lungaggini.”

Raphaèle Billetdoux.

Raphaële Billetdoux, nata il 28 febbraio 1951 a Parigi, è una scrittrice francese. Ha vinto il premio Interallié nel 1976 per Prends garde à la douceur des choses e il premio Renaudot nel 1985 per Mes nuits sont plus belles que vos jours.

Simenon, c’est une sorte de clochard à l’intérieur.

“Simenon è una specie di vagabondo dell’interiorità.”

François Bon.

François Bon scrittore e traduttore francese nato a Luçon il 22 maggio 1953. Pioniere della letteratura on line.

On aimera toujours relire, pour ce sentiment de proximité et de grande présence sensible du réel, les romans de Simenon.

“Ci piace sempre rileggere, per il loro sentimento di vicinanza e per il grande senso della realtà, i romanzi di Simenon.”

Alphonse Boudard.

Alphonse Boudard (1925-2000). Scrittore, fotografo, regista francese.

Je le lis depuis toujours. Au début, de manière machinale, comme on lit un polar. Et puis j’ai découvert un des plus grands écrivains de sa génération. Il a su mêler les données du roman populaire et les règle du polar. Il y a ajouté une dimension psychologique inédite, la qualité des décors, une façon particulière de vous faire pénétrer un univers. Simenon nous captive de la première à la dernière phrase : c’est sa grande force. A la première ligne, il subjugue sans le moindre artifice. C’est la magie du Il était une fois.

L’ho sempre letto. All’inizio, in modo meccanico, come leggere un thriller. Poi ho scoperto uno dei più grandi scrittori della sua generazione. Ha saputo mescolare la sostanza del romanzo popolare e le regole del thriller. Ha aggiunto una dimensione psicologica senza precedenti, la qualità delle atmosfere, un modo particolare di farti entrare in un universo. Simenon ci affascina dalla prima all’ultima frase: questa è la sua grande forza. Ti affascina, immediatamente, senza il minimo artificio. Questa è la magia del “C’era una volta”.”

John Cowper Powys.

John Cowper Powys (Shirley, 8 ottobre 1872 – 17 giugno 1963), scrittore britannico.

Avez-vous demandé à votre ami s’il a lu mon préféré de tous les auteurs modernes, anglais, américains ou français – je veux dire le grand, l’humain, le sage, le noble, le balzacien, dostoïevskien, dickensien, rabelaisien, et gorkien créateur du Sherlock Holmes français (mais qui lui est bien supérieur !), l’inspecteur Maigret ? Je parle de Simenon [….] Pour l’atmosphère, le caractère, l’intensité, l’humour, et par dessus tout pour l’humanité et la connaissance de la masse pathétique et malheureuse, et en particulier des adolescents, personne ne l’égale, personne.

“Avete chiesto al vostro amico se ha letto il mio preferito di tutti gli autori moderni, inglesi, americani o francesi – intendo il grande, l’umano, il saggio, il nobile, il balzachiano, il dostoevskiano, il dickensiano, il rabelaisiano, il creatore gorkiano dello Sherlock Holmes francese (ma che è di gran lunga superiore!), l’ispettore Maigret? Parlo di Simenon [….] Per l’atmosfera, il carattere, l’intensità, l’umorismo, e soprattutto per l’umanità e la conoscenza della massa, patetica e infelice, e in particolare degli adolescenti, nessuno gli è eguale, nessuno.”

Serge Doubrovsky.

Julien Serge Doubrovsky (Parigi, 22 maggio 1928 – Parigi, 23 marzo 2017), scrittore, critico letterario e docente francese, vincitore del Prix Médicis con Le Livre brisé (1989).

C’est un immense romancier. Je me sens écrasé par l’extraordinaire fécondité de cette œuvre […] Simenon est un torrent jaillissant ! Surtout il réalise ce prodige d’atteindre le public intellectuel et le lectorat populaire. Il abolissait les barrières. Seuls Molière, Balzac et Hugo avaient réussi cela avant lui.

“È un grande romanziere. Mi sento sopraffatto dalla straordinaria fecondità della sua opera […] Simenon è un torrente zampillante! Soprattutto, realizza questo miracolo di raggiungere il pubblico intellettuale e il pubblico popolare. Abbatte le barriere. Solo Molière, Balzac e Hugo vi erano riusciti prima di lui.”

William Faulkner.

William Cuthbert Faulkner, nato Falkner (New Albany, 25 settembre 1897 – Byhalia, 6 luglio 1962), scrittore, sceneggiatore, poeta e drammaturgo statunitense, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1949 e considerato uno dei più importanti romanzieri statunitensi.

J’adore lire Simenon, il me fait penser à Tchekhov.

“Adoro leggere Simenon, mi ricorda Cechov.”

 Fernandez Dominique.

Dominique Fernandez (Neuilly-sur-Seine, 25 agosto 1929) è uno scrittore francese, membro dell’Académie française. Nel 1982 vinse il Prix Goncourt.

 Le miracle avec Simenon, c’est qu’il arrive, en quelques pages seulement, à dépouiller un homme de tout ce qui n’est pas lui-même, à retrouver son essence première, son vide premier, ce non-être qui est le lot de chacun, une fois grattées les superstructures derrières lesquelles chacun s’efforce de donner le change.
“Il miracolo con Simenon è che riesce, in poche pagine, a spogliare un uomo di tutto ciò che non gli appartiene, a riscoprire la sua essenza primaria, il suo vuoto primario, questo non essere che accomuna tutti, una volta scalfite le sovrastrutture dietro le quali ognuno cerca di nascondersi.”

André Gide.

André Gide (Parigi, 22 novembre 1869 – Parigi, 19 febbraio 1951) è stato uno scrittore francese, premio Nobel per la letteratura nel 1947. Uno dei primissimi estimatori dell’opera di Simenon.

Il est le plus grand de tous… le plus vraiment romancier que nous ayons eu en littérature.

“È il più grande di tutti … il romanziere più autentico che abbiamo avuto in letteratura.”

Dashiell Hammett.

Samuel Dashiell Hammett (Contea di Saint Mary, 27 maggio 1894 – New York, 10 gennaio 1961) è stato uno scrittore statunitense maestro del genere hardboiled.

Le meilleur écrivain de roman policier aujourd’hui est un Belge qui écrit en français. Son nom est Georges Simenon.

“Il miglior scrittore di romanzi polizieschi oggi è un belga che scrive in francese. Il suo nome è Georges Simenon.”

Ernest Hemingway.

Ernest Miller Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961) scrittore e giornalista statunitense.

Je ne trouvais plus rien d’aussi bon à lire pour meubler les heures creuses de la journée ou de la nuit jusqu’à la parution des premiers bons livres de Simenon.

“Non trovavo nulla di così bello da leggere, per riempire le ore vuote del giorno o della notte, prima della pubblicazione dei primi buoni libri di Simenon.”

P.D. James.

Phyllis Dorothy James (Oxford, 3 agosto 1920 – Oxford, 27 novembre 2014), scrittrice e politica britannica; fu membro permanente della camera dei lord.

Le roman déploie les qualités sur lesquelles est fondée la renommée littéraire de Simenon : un récit puissant, un cadre évoqué avec sensibilité et virtuosité, des personnages qui tous, même les seconds rôles, sont uniques et bien présents, de l’acuité psychologique, et de l’ empathie avec la vie secrète des hommes et des femmes apparemment ordinaires.

“Il romanzo spiega le qualità su cui si basa la fama letteraria di Simenon: una storia potente, un’ambientazione evocata con sensibilità e virtuosismo, personaggi che tutti, anche quelli in ruoli secondari, sono unici e molto significativi, acutezza psicologica e empatia con le vite segrete di uomini e donne apparentemente comuni.”

Jean-Paul Kaufmann.

Jean-Paul Kauffmann classe 1944, giornalista e scrittore francese.

Pour moi, Simenon est le “contemporain capital” Je ne me lasse pas de la monotonie simenonienne. Jamais grisaille n’a été à la fois aussi dévastatrice et magique. Dans Chemin sans issue, Simenon parle de la minute inouïe. Elle existe dans chacun de ses livres : c’est l’instant fatal où un incident fait basculer un homme dans la tragédie et transforme une existence en destin. Inutile de dire que cette seconde-là, qui précipite un être dans l’horreur me touche infiniment.

“Per me Simenon è la “l’essenza della contemparaneità” Non mi stanco mai della monotonia simenoniana. Il grigiore non è mai stato così devastante e magico allo stesso tempo. In “Chemin sans issue”, Simenon parla “dell’incredibile minuto”. Esiste in ognuno dei suoi libri: è il momento fatale in cui un incidente trascina un uomo nella tragedia e trasforma un’esistenza in destino. Inutile dire che quel secondo, che fa precipitare un essere nell’orrore, mi tocca infinitamente.”

Philippe Labro.

Philippe Labro (Montauban, 27 agosto 1936), giornalista, scrittore e regista francese.

Le génie littéraire de Simenon ? Une évidence. C’est la fluidité, la simplicité du style. L’effort de visualisation, de miniaturisation. Le mot “atmosphère” a été créé pour lui. Il cherche les grands sujets, s’engouffre dans les clichés et les transcende. Un géant du polar, un mec fascinant et un vrai créateur, voilà Simenon.

“Il genio letterario di Simenon? È evidente. È la fluidità, la semplicità dello stile. Lo sforzo della visualizzazione, della miniaturizzazione. La parola “atmosfera” è stata creata per lui. Cerca soggetti grandi, si precipita nei cliché e li trascende. Un gigante del thriller, un ragazzo affascinante e un vero creatore, questo è Simenon.

John Le Carré.

John le Carré, pseudonimo di David John Moore Cornwell (Poole, 19 ottobre 1931), è uno scrittore britannico. Autore di molti fra i più venduti romanzi di spionaggio, è stato un agente segreto del Secret Intelligence Service.

Maître des profondeurs, Simenon avait un style d’une grande simplicité. C’était un écrivain aussi à l’aise avec la réalité qu’avec la fiction, avec la passion qu’avec la raison. Par-dessus tout, il inspirait cette confiance que les lecteurs réservent aux romanciers qu’ils vénèrent.

“Maestro degli abissi, Simenon aveva uno stile di grande semplicità. Era uno scrittore a suo agio con la realtà quanto con la narrativa, con la passione come con la ragione. Soprattutto, ha ispirato quella fiducia che i lettori hanno nei romanzieri che riveriscono.”

Félicien Marceau.

Félicien Marceau (Kortenberg, 16 settembre 1913 – Parigi, 7 marzo 2012) è stato uno scrittore e saggista belga, membro dell’Académie française.

Dans tout raisonnement sur le roman contemporain, il y a un os. Cet os s’appelle Simenon.

“In tutti i ragionamenti sul romanzo contemporaneo c’è un osso. Questo osso si chiama Simenon.”

Henry Miller.

Henry Valentine Miller (New York, 26 dicembre 1891 – Pacific Palisades, 7 giugno 1980) è stato uno scrittore, pittore, saggista e reporter di viaggio statunitense.

Je ne pensais pas qu’il était possible d’être à la fois aussi populaire et aussi bon.

“Non pensavo fosse possibile essere così popolari e così bravi allo stesso tempo.”

Jean d’Ormesson.

Jean d’Ormesson (Parigi, 16 giugno 1925 – Neuilly-sur-Seine, 5 dicembre 2017) scrittore e giornalista francese.

Il est le romancier de la destruction des espaces de référence et des cadres institutionnels. Il est le romancier de l’éclosion de la culture de masse et de la déshumanisation des rapports sociaux. Il est le romancier du malaise de la petite classe moyenne. La modernité qui morcelle l’identité du sujet et la dissolution de la conscience sous une pluie qui ne traduit pas seulement le climat mais une désagrégation ont trouvé en lui leur interprète. L’œuvre de Simenon est une descente, une plongée dans les fissures d’un monde qui se défait.

“È il romanziere della distruzione degli spazi di riferimento e dei quadri istituzionali. È il romanziere dell’emergere della cultura di massa e della disumanizzazione delle relazioni sociali. È il romanziere del disagio della piccola borghesia. La modernità che rompe l’identità del soggetto, porta alla dissoluzione della coscienza, sotto un’intemperie che non è solo il climat ma una disgregazione. Questo ha trovato in lui il suo interprete. Il lavoro di Simenon è una discesa, un tuffo nelle crepe di un mondo che si sta disfacendo.”

Erik Orsenna.

Erik Orsenna, pseudonimo di Éric Arnoult (Parigi, 22 marzo 1947), è uno scrittore francese. Membro dell’Académie française dal 1998.

C’est pour moi un immense écrivain.

Ce que j’admire surtout chez lui c’est le génie de l’évocation. J’ai lu tout Simenon. Il a comme Tchekhov ce besoin de raconter encore et encore des histoires d’êtres humains de toute catégorie. Bref : l’humaniste par excellence.

“È un grande scrittore per me.”

“Ciò che ammiro in particolare di lui è il suo genio per l’evocazione. Ho letto tutto Simenon. Come Cechov, ha questa necessità di raccontare le storie di tutti i tipi di esseri umani più e più volte. Insomma: l’umanista per eccellenza.”

Luis Sepulveda.

Luis Sepúlveda Calfucura (Ovalle, 4 ottobre 1949 – Oviedo, 16 aprile 2020) è stato uno scrittore, giornalista, sceneggiatore, poeta, regista. Attivista politico cileno naturalizzato francese. Tra le prime vittime del Covid 19.

Rien ne vaut l’hiver en compagnie d’un tonnelet de cognac et des œuvres complètes de Simenon.

“Niente di meglio per battere l’inverno che la compagnia di un barile di cognac e le opere complete di Simenon.”

 Paul Theroux.

Paul Theroux (Medford, 10 aprile 1941) è uno scrittore statunitense.

Simenon met et remet en scène le même dilemme (chaque fois avec de subtiles différences dans l’intrigue, le ton, le décor, les conséquences) : une vie confrontée à des choix de plus en plus réduits, la prise de risque d’un homme qui n’a plus rien à perdre, sa vanité, sa présomption, son autodestruction consciente.

“Simenon mette e rimette in scena lo stesso dilemma (ogni volta con sottili differenze nella trama, nei toni, nell’ambiente, nelle conseguenze): una vita confrontata con scelte sempre più ridotte, l’assunzione di un rischio da parte di un un uomo che non ha più niente da perdere, la sua vanità, la sua presunzione, la sua consapevole autodistruzione.”

Denis Tillinac.

Denis Tillinac, scrittore, editore e giornalista francese (1947-2020).

J’ai découvert Simenon à l’âge où l’on cherche dans les livres de quoi comprendre son époque et il m’a semblé que les vicissitudes de la conscience moderne se reflétaient dans la fausse platitude ses romans, plus crûment que chez les théoriciens de l’absurde ou de la déconstruction […] On croise tous les jours des anti-héros simenoniens, ces déclassés qui trimballent un moi incertain et glauque dans des décors de transit. […]
Il y a dix ans, l’originalité de cette empathie, restituée avec une économie de moyens inouïs, échappait complètement à nos docteurs ès-lettres.

“Ho scoperto Simenon all’età in cui si cerca nei libri qualcosa per capire il proprio tempo e mi è sembrato che le vicissitudini della coscienza moderna si riflettessero nella falsa banalità dei suoi romanzi, più autenticamente che tra i teorici dell’assurdo o della decostruzione […] Ogni giorno incontriamo antieroi simenoniani, esseri declassificati che portano in giro un sé incerto e oscuro in ambienti di transito. […]
Dieci anni fa, l’originalità di questa empatia, resa con incredibile economia di mezzi, sfuggì completamente ai nostri dottori in lettere.”

Jean Cassou.

Jean Cassou, nato vicino a Bilbao nel 1897 e deceduto a Parigi nel 1986. Scrittore, poeta, critico d’arte, direttore di museo, traduttore.

…c’è più poesia nelle straordinarie opere Jazz di Kurt Weil o negli straordinari romanzi di Georges Simenon che nella maggior parte dei libri che pretendono di essere libri di poesia perché sono scritti andando a capo ogni riga.

Questo omaggio alla figura e all’opera di Georges Simenon non era certo necessario, ma sicuramente doveroso, da parte mia.

Altri lo hanno fatto e continuano a farlo molto meglio di me.

Non può e non sarà l’ultimo della serie perché, nonostante le molte parole che ho scritte fin’ora, non credo di essere riuscito a rendere a pieno l’importanza ed il valore che rappresenta la figura di Georges Simenon nel panorama letterario europeo.

Georges Simenon-Maigret e non Maigret


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Georges Simenon scrittore di successo e qualitàultima modifica: 2020-10-14T03:31:23+02:00da albatros-331
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