Le donne di Maigret

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Maigret circondato da donne fatali!

Le donne di Maigret.

Le donne di Maigret! Quell’innumerevole susseguirsi di ritratti femminili che anima quasi tutti i romanzi dedicati al commissario parigino dallo scrittore belga Georges Simenon.

Il rapporto di Maigret con le donne è stato indagato da molti e da diversi punti di vista.

Più che altro contrapponendolo a quello ben più incisivo del suo autore Simenon o ritornando, sempre, al particolare rapporto, di quasi sudditanza, della donna che più di tutte è vicina a Maigret: sua moglie Louise. Conosciuta spesso, semplicemente, come Signora Maigret.

Le donne di Maigret. Una per ogni romanzo!

Certo l’universo professionale del Commissario, creato dalla fantasia dello scrittore belga Georges Simenon, è quello degli anni che vanno dal 30 al 70 del ‘900 e non si incontrano figure femminili che svolgano attività di rilievo, semplicemente perché non era allora concepibile che accadesse.

Nessun commissario femmina o giudice istruttore. Solo una volta un’ausiliaria in La Trappola di Maigret. Non è una scelta misogina dell’autore: erano tempi in cui certe professioni erano sostanzialmente precluse alle donne e, probabilmente, nemmeno molto ambite se non a partire proprio dall’epoca in cui Simenon smette di scrivere.

Figure femminili di rilievo, però, ce ne sono moltissime nei racconti e nei romanzi con Maigret, tanto che viene da pensare che siano proprio le donne le vere protagoniste delle tante complesse vicende narrate in questi romanzi che sono solo apparentemente dei semplici racconti polizieschi.

Alcune di queste donne appaiono come vittime altre sono assassine. La maggioranza sono, al pari degli uomini, figure di contorno, spesso importanti, più spesso ancora costituiscono l’ossatura attraverso cui ambienti situazioni ed atmosfere vengono costruite e magistralmente fatte percepire al lettore. Georges Simenon in questo è un assoluto maestro

Mamme, figlie, amanti, mogli, ma anche portinaie, bottegaie, barbone alcolizzate e prostitute, tenutarie di case di tolleranza o semplici bariste e, ancora, dattilografe, infermiere, suore, soubrette alla ricerca di fama, grandi attrici emergenti. Miliardarie o poveracce, proletarie o borghesi, avventuriere o perfette madri di famiglia. Un autentico universo femminile dove le donne sono quasi sempre poste al centro, mentre gli uomini sembrano gravitare intorno a loro, per quanto potenti o spregiudicati essi possano essere.

Che appaiano fugacemente nella storia, che ne siano protagoniste o comprimarie,  le donne, sempre sono individuate e caratterizzate con pochi ma sapienti tratti, capaci di rendere pienamente la loro presenza viva in quel preciso istante davanti a Maigret.

 

Sarebbe sufficiente, qui, ricordare le figure indimenticabili delle mogli dei battellieri sui ponti delle chiatte, al mattino lungo i canali o presso le chiuse. Preparano il caffè, stendono i panni o aiutano i loro uomini nella manovra. La penna di Simenon ne da un ritratto rapido, ma fortemente evocativo e, attraverso l’immagine di quelle donne del nord ci restituisce un’altra complessa serie di immagini: quelle di un’epoca, di un ambiente e di un mestiere.
il cavallante della providence

Detto questo: Maigret come si pone innanzi a queste figure femminili? Soprattutto, è ovvio, quello che intriga è l’aspetto erotico del problema. Maigret è attratto da queste donne? Quando sono belle e attraenti o quando sanno emanare da se stesse un prepotente richiamo di sensualità. Maigret se ne rende conto? Come reagisce?

Come avrebbe reagito il suo autore lo sappiamo bene.

In realtà è cosa nota: non ci sono avventure extra coniugali di Maigret. Non vi sono riferimenti espliciti da parte di Simenon e nemmeno sottintesi, per la verità, a situazioni che potrebbero aver portato al concretizzarsi di avventure o relazioni, seppure occasionali ed effimere, fuori dal matrimonio.

Di più: non traspare mai, nello svilupparsi delle storie, la presenza concreta di un conflitto interiore che lo porti, anche solo per pochi istanti, a considerare la necessità di resistere ad una tentazione, di fare una scelta rispetto ad un’altra.

La scelta Maigret l’ha già fatta e non è mai in discussione, ma sarebbe sbagliato pensare ad una sorta di indifferenza verso le donne. Al contrario Maigret nota subito tutte le caratteristiche delle persone che ha di fronte: fisiche e morali. E le sue prime impressioni sono spesso, quando si tratta di donne, proprio riferite al livello di seduzione che quella figura femminile emana o al contrario non è in grado di emanare. Da alcune è attratto, da altre è respinto. Non giudica e, il più delle volte, non si fa troppo condizionare, ma non è neppure indifferente.

Si potrebbe dire che la nota sessuale, in Maigret, si fonde nel contesto di tutti gli altri aspetti che caratterizzano il personaggio e la risultante è sempre un insieme, più o meno gradita e piacevole, sempre coinvolgente, ma, anche, sempre risolta in una dimensione generale che non contempla mai la possibilità del prevalere di impulsi fini a se stessi: di qualunque genere essi siano.

Anche perché Maigret è un personaggio risolto in se stesso. Non è consumato da sottili conflitti interiori. Non si pone in discussione. Pur essendo ben conscio dei limiti della natura umana, così come di quelli delle istituzioni per cui lavora (degli uomini che quelle istituzioni rappresentano), egli rimane un monolite solido ancorato a fondamenta inattaccabili. Sa cosa è giusto e il dato di fatto che non sempre la vita consente di essere giusti, non pone mai in discussione il concetto etico fondante nel suo insieme.

Le donne di Maigret. Un uomo superiore.

Maigret non è l’uomo in crisi. È l’uomo auto centrato. Niente della sua vita è mai in discussione e meno che meno il suo matrimonio.

Nel dire Maigret e le donne si pensa subito almeno a due romanzi che propongono figure femminili opposte, ma situazioni simili. Nelle vicende narrate Maigret è sottoposto al tentativo di seduzione; l’uno ingenuo l’altro molto meno.

Mi riferisco ai romanzi: “Félicie est là” pubblicato nel 1944 e “La Nuit du carrefour” del 1931.
Félicie: Le inchieste di Maigret (31 di 75) (Le inchieste di Maigret: romanzi)
Il crocevia delle tre vedove

Due donne molto diverse. Entrambe impegnate ad ingannare il commissario. Entrambe capaci di suscitare in lui un interesse sincero e, almeno per un istante, apparentemente equivoco.

Maigret percepisce sicuramente questo aspetto del loro rapporto e, in entrambi i casi, ne è turbato in qualche modo. Si sottrae, sdrammatizza, domina la situazione.

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La fascinosa Else de La nuit du Carrefour

Eppure il sentimento di simpatia che, fin da subito, lo lega all’ingenua Félicie che difende con astuzia l’uomo che ama e crede colpevole, non assomiglia neppure per un istante al sottile turbamento suscitato in lui dal Else che difende solo se stessa, pronta a tradire tutti, e di cui Maigret sembra percepire a pelle la doppiezza. In lei tutto è falso e artefatto e questo scava un solco nell’animo del poliziotto. Ma in nessun caso si può parlare di indifferenza.

Per Maigret non conta tanto la scelta di vita che un uomo o una donna compiono; conta una sorta di coerenza ed onestà di fondo, che fa agire le persone nel modo che ritengono giusto, ma sempre in maniera schietta.

Per esempio la figura di Nine Moinard, nel romanzo del 1932 “L’ombre chinoise” è emblematica di come la simpatia e l’attenzione di Maigret assumano una forma ben più concreta di fronte a donne che oltre che belle e disponibili mostrino, in mancanza di altre virtù, autentici sentimenti di onestà interiore e sostanziale assenza di bramosia, cupidigia e doppiezza.

Per quanto riguarda la figura della donna più importante per il commissario, M.me Maigret, si tratta di un argomento che merita un maggiore approfondimento e cui, per questo, abbiamo dedicato una serie di post specifici ai quali rimando per approfondire.

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Le donne di Maigretultima modifica: 2015-09-23T20:19:39+02:00da albatros-331
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