Georges Simenon e il Cinema

Il Cinema e l’amore non ricambiato per Simenon!

giovane donna alla macchina da presa cinematografica

Il Cinema e Simenon furono legati da una passione reciproca, ma non priva di contrasti.

Georges Simenon fu uno scrittore particolarmente prolifico che vide il suo lavoro subito apprezzato nel mondo del Cinema.

L’interesse della Settima arte per le opere del romanziere belga non sembra conoscere tregua anche ai giorni nostri. Moltissimi suoi romanzi sono stati portati sul grande schermo, con alterna qualità e fortuna, da tutta una schiera di produttori e registi, fin dagli esordi nel 1931 dei primi romanzi Maigret.

Oggi, anche se il rapporto del Cinema con il pubblico è molto mutato, l’interesse suscitato dall’opera di Simenon non sembra proprio essersi affievolita.

Eppure il rapporto di Simenon con il mondo del Cinema fu, in un primo tempo, molto conflittuale. Lo fu ad un punto tale che, almeno fin verso la fine degli anni ’30, lo scrittore decise, dopo le prime deludenti esperienze, che mai più avrebbe concesso le sue opere a dei cineasti, secondo lui, buoni solo a stravolgere le sue trame e farne tutt’altro.

Per fortuna, poi, le cose andarono diversamente.

Quanti film dai romanzi di Simenon?

Qui ne elenchiamo una cinquantina, ma è più che probabile che ne manchi qualcuno.

La nuit du carrefour (1932); film diretto da Jean Renoir.

Le chien jaune (1932); film diretto da Jean Tarride.

La tête d’un homme (1933); film diretto da Julien Duvivier.

Les Inconnus dans la maison (1942); film diretto da Henri Decoin.

Le Voyageur de la Toussaint (1943); film diretto da Louis Daquin.

Picpus (1943); film diretto da Richard Pottier.

Cécile est morte (1944); film diretto da Maurice Tourneur.

Les caves du Majestic (1945); film diretto da Richard Pottier.

Panique (1946); film diretto da Julien Duvivier.

Dernier refuge (1947); film diretto da Marc Maurette.

Temptation Harbour (1947); film diretto da Lance Comfort.

The Man on the Eiffel Tower (1949); film diretto da Burgess Meredith.

La Marie du port (1950); film diretto da Marcel Carné.

The Man Who Watched Trains Go By (1952); film diretto da Harold French.

Brelan d’as (1952); film diretto da Henri Verneuil.

La Vérité sur Bébé Donge (1952); film diretto da Henri Decoin.

Le Fruit défendu (1952); film diretto da Henri Verneuil.

A Life in the Balance (1955); film diretto da Harry Horner e Rafael Portillo.

The Bottom of the Bottle (1956); film diretto da Henry Hathaway.

Maigret dirige l’enquête (1956); film diretto da Stany Cordier.

Le sang à la tête (1956); film diretto da Gilles Grangier.

Maigret tend un piège (1958); film diretto da Jean Delannoy.

The Stowaway- Le Passager clandestin (1958); film diretto da Ralph Habib e Lee Robinson.

En cas de malheur (1958); film diretto da Claude Autant-Lara.

Maigret et l’affaire Saint-Fiacre (1959); film diretto da Jean Delannoy.

Le Baron de l’écluse- Il barone (1960) film diretto da Jean Delannoy.

Le Président (1961); film diretto da Henri Verneuil.

La mort de Belle (1961); film diretto da Édouard Molinaro.

Le Bateau d’Émile (1962); film diretto da Denys de La Patellière.

Maigret voit rouge (1963); film diretto da Gilles Grangier.

L’Aîné des Ferchaux (1963); film diretto da Jean-Pierre Melville.

Trois chambres à Manhattan (1965); film diretto da Marcel Carné.

Maigret und sein größter Fall (1966); film austriaco diretto da Alfred Weidenmann.

Maigret a Pigalle (1967); film diretto da Mario Landi.

Le Chat (1971); diretto da Pierre Granier-Deferre.

La Veuve Couderc (1971); film diretto da Pierre Granier-Deferre.

Le train (1973); film diretto da Pierre Granier-Deferre.

L’horloger de Saint-Paul (1974); film  diretto da Bertrand Tavernier.

Les fantômes du chapelier (1982); film diretto da Claude Chabrol.

Équateur (1983); film diretto da Serge Gainsbourg.

Monsieur Hire (1989); film diretto da Patrice Leconte.

L’inconnu dans la maison (1992); film diretto da Georges Lautner.

Betty (1992); film diretto da Claude Chabrol.

L’Ours en peluche (1994); film diretto da Jacques Deray.

Feux rouges (2004); film diretto da Cédric Kahn.

A londoni férfi (2007); film  diretto da Béla Tarr.

La chambre bleue (2014); film diretto e interpretato da Mathieu Amalric.

Les volets verts (2022); film diretto da Jean Becker, con Fanny Ardant e Gérard Depardieu.

Maigret (2022); film diretto da Patrice Leconte, con Gérard Depardieu.

Simenon al Cinema fra passione e incomprensioni.

Se l’interesse del Cinema per le opere di Simenon è stato immediato e duraturo, altrettanto non si può certo dire riguardo la passione dello scrittore per il mondo della Settima arte.

Un rapporto viziato fin dal principio da una profonda incomprensione reciproca.

Sia chiaro che Simenon ha amato il Cinema, ma a modo suo!

Nella Parigi degli anni ’20 il giovane Simenon frequenta un ambiente di artisti fortemente innovativi: pittori, fotografi, disegnatori, giornalisti e scrittori come lui.

Il Cinema in quegli anni è ad un’importante svolta della sua storia e le tematiche espressive di quel mondo sono ampiamente dibattute anche fra i giovani artisti che si radunano copiosi nei caffè di Montparnasse.

Si va al cinema, si parla di Cinema.

Quando il regista Jean Vigo si appresta a girare L’Atalante, siamo nel 1934, chiede lumi proprio a Simenon riguardo l’ambiente della navigazione lungo i canali e la scelta dei luoghi più adatti alle riprese.

Il regista è troppo malato per eseguire i sopralluoghi di persona e Simenon è conosciuto come un esperto navigatore. Evidentemente è anche ritenuto capace di valutazioni più specificamente cinematografiche.

In principio il Cinema vuole Maigret.

Quando Simenon, con i primi Maigret, inizia ad affermarsi come scrittore, vede arrivare subito proposte di collaborazione ed è in questo preciso momento che si crea la frattura fra il romanziere e i cineasti.

Registi e produttori vorrebbero i suoi romanzi per farne dei film: Simenon vuole fare del Cinema.

Lo scrittore vorrebbe seguire passo passo il percorso che conduce alla trasposizione cinematografica delle sue opere.

Teme che, in mano ad altri, i suoi romanzi si snaturino: divengano altro da quello che lui ha immaginato e realizzato.

Fatta eccezione per Renoir, che ammira Simenon profondamente e gli è amico, il rapporto dello scrittore con il Cinema non funziona.

Il Cinema anni ’30 e la svolta del sonoro.

Può apparire strano, questo atteggiamento, a noi che da tempo abbiamo compreso la differenza profondissima che separa un’opera letteraria da una cinematografica.

Nessuno, oggi, pretende più che vi debba essere piena corrispondenza tra l’opera letteraria e la sua trasposizione sul grande schermo.

Sicuramente una certa aderenza non dispiace nemmeno oggi, soprattutto se lo spettatore è stato prima lettore e vorrebbe ritrovare nelle immagini che scorrono sullo schermo, il più possibile del libro che lo ha appassionato.

Gli stessi romanzieri non pretendono più da tempo l’assoluta fedeltà della pellicola al testo scritto. In certi casi nemmeno si lamentano se viene stravolto parecchio.

L’importante è che ne risulti un buon film.

All’inizio degli anni ’30 le cose dovevano essere parecchio diverse.

Il Cinema non era certo più ai suoi albori, ma l’introduzione del “sonoro” stava cambiando profondamente le regole del gioco e cosa dovesse “essere” realmente il Cinema era un dibattito ancora aperto.

In questo dibattito Simenon interviene con la sua idea e quest’idea è, più o meno, che solo lo scrittore può adattare il testo per la pellicola senza snaturarlo completamente.

Un Cinema fatto da ignoranti e disonesti.

Per questo, in un primo tempo, rinunciò, dopo le prime deludenti esperienze, a mantenere il suo rapporto con il Cinema. Così come rinunciò ai notevoli guadagni che quel rapporto gli offriva e in un abile uomo d’affari come lui, questo chiarisce quanto la questione gli stesse a cuore.

Probabilmente, almeno in certi casi, Simenon non aveva poi del tutto torto.

Lo scrittore si sente tradito, l’ambiente lo nausea profondamente: in particolare il mondo dei produttori cinematografici. Gente, ai suoi occhi, rozza, interessata, quando non addirittura disonesta.

Anche nei suoi romanzi, la figura del produttore cinematografico sarà sempre mostrata in questo modo.

Del resto l’unico assegno a vuoto che lo scrittore abbia mai ricevuto, in pagamento, nella sua vita, gli viene appioppato proprio da un produttore.

È Nicolas Vondas, che, nel 1939, commissiona a Simenon una sceneggiatura, tratta dal romanzo Le passager des Polarlys, pagandogli i 25.000 franchi pattuiti con un assegno scoperto.

Oggi sappiamo bene che Scrittura e Cinema sono, o possono essere, due forme d’arte, ma lo sono in modo differente, con regole profondamente diverse.

Un film nasce da un’alchimia fra tecnica, arte, interesse economico e altro ancora.

Più tardi, sul finire degli anni ’30, lo scrittore inizia a vedere con maggior distacco il proprio rapporto con la Settima arte, limitandosi a raccogliere i cospicui utili che ne derivano, e le cose si stabilizzano con reciproco vantaggio.

Un vantaggio che si è esteso anche a noi spettatori, perché alcuni dei film realizzati dalle opere di Simenon si sono rivelati autentici capolavori.

 

Per approfondire l’argomento del rapporto fra lo scrittore belga e il mondo del Cinema, niente di meglio di un ottimo testo uscito nel 2020 e che abbiamo presentato in un post di qualche tempo fa: La letteratura al cinema.


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Georges Simenon e il Cinemaultima modifica: 2022-05-18T02:42:25+02:00da albatros-331
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