Maigret a Meung-sur-Loire

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Panoramica di Meung sur Loire, il “buen retiro” di Maugret.

Maigret a Meung-sur-Loire.

Meung-sur-Loire è un comune francese di 6.210 abitanti situato nel dipartimento del Loiret nella regione del Centro-Valle della Loira.

L’ex commissario capo Maigret della squadra omicidi del Quai des Orfèvres ha preparato per tempo, in questo luogo, il suo “buen retiro” dall’attività professionale e dalla vita caotica della capitale francese.

Lo rivela il suo autore Georges Simenon, lo scrittore belga alla cui fantasia dobbiamo la creazione di questo straordinario personaggio destinato a rivoluzionare la storia del romanzo poliziesco. Simenon menziona la cittadina di Meung-sur-Loire in molti dei suoi romanzi e racconti con Maigret protagonista, aggiungendo ogni volta un piccolo tassello alla narrazione di quella che sarà la vita del suo personaggio e della sua consorte, M.me Maigret, dopo il raggiungimento della meritata pensione.

Maigret in pensione.

Il primo accenno al pensionamento del commissario Maigret avviene nel romanzo La chiusa n°1. Si tratta dei un opera del 1933, il penultimo romanzo della serie che lo scrittore belga pubblica per i tipi delle edizioni Fayard.

Simenon medita il passaggio alla casa editrice Gallimard, molto più prestigiosa nell’ambiente letterario, che vanta tra i suoi autori nomi del calibri di Marcel Proust e André Gide. Il nuovo obbiettivo dello scrittore belga è piuttosto ambizioso: abbandonare i romanzi di genere poliziesco per dedicarsi alla “vera” letteratura, quella con la L maiuscola.

Con il passaggio ad una nuova casa editrice deve, nelle intenzioni di Simenon, iniziare una nuova fase professionale ed artistica della sua vita; una nuova fase in cui non vi è posto per il troppo commerciale commissario Maigret.

Così lo scrittore medita di liquidare il suo personaggio, ma non opta per soluzioni definitive e truculente alla Conan Doyle. Non decreta la morte del commissario, si accontenta di mandarlo in pensione. Del resto si tratta di un funzionario pubblico piccolo borghese e la pensione appare, per un tipo del genere, più definitiva della morte.

Così, quasi a preparare il lettore all’epilogo imminente ecco il romanzo La chiusa n°1, dove il poliziotto conduce una difficile indagine presso la Chiusa di Charenton a soli tre giorni dal pensionamento.

L’antagonista di Maigret in questo romanzo, il potente e violento armatore Ducrau, offre al commissario una ben remunerata occupazione all’interno della sua ditta di navigazione fluviale, ma il commissario rifiuta. Non intende certo mettersi al soldo di un prepotente affarista colpevole di omicidio, dopo una specchiata carriera dedicata a combattere il crimine.

E poi M.me Maigret è già partita per la Loira con parte del mobilio di casa per preparare la loro nuova dimora acquistata a Meung-sur-Loire.

Ecco come la località della Loira entra nella storia e nella leggenda di Maigret.

Il commissario Maigret veramente in pensione?

Quasi a smentire inconsapevolmente se stesso, Simenon non si accontenta di prospettare la pensione per il suo personaggio. Con un ultimo romanzo, pubblicato con Fayard nel marzo del 1934, dal titolo estremamente stringato di Maigret, ecco che lo scrittore ci mostra il commissario nella sua nuova dimora di Meung-sur-Loire intento a godersi la meritata pensione, quando un grave dramma famigliare, una falsa accusa di omicidio ai danni del nipote, lo costringe a rituffarsi nell’ambiente della mala parigina. Affrontando la perfidia di un pericoloso criminale e la malcelata diffidenza degli ex colleghi, che vedono ormai in lui un cocciuto estraneo deciso a sopravvivere a se stesso, Maigret riuscirà a ristabilire la verità ed a scagionare l’ingenuo nipote.

Forse Simenon non si rende conto completamente di quanto questo ultimo romanzo ponga le basi di una possibile prosecuzione della serie, molto più di quanto ne rappresenti la fine.

Quanto meno mostra al lettore che Maigret può continuare le sue indagini anche da pensionato e questo tiene aperto uno spiraglio ad ogni possibilità.

Esattamente quanto accade nel 1942 quando le inchieste di Maigret tornano in libreria per le edizioni Gallimard. Simenon riporta in servizio il suo commissario senza minimamente preoccuparsi del fatto di averlo mandato in pensione. Ma ecco che nel 1947 esce un romanzo scritto nel ’45: La collera di Maigret  e poco dopo un secondo:  Maigret a New York. In entrambi questi romanzi ecco nuovamente Maigret in pensione a Meung-sur-Loire impegnato in nuove complicate inchieste.

Naturalmente ritroviamo Maigret in pensione a Meung-sur-Loire anche nel romanzo Le memorie di Maigret scritto nel 1950, e non potrebbe essere diversamente!

Tra il romanzo del 1933, che avrebbe dovuto chiudere definitivamente l’esperienza Maigret, e i romanzi degli anni ’40, troviamo il nostro commissario, in pensione, in alcuni dei racconti scritti sul finire degli anni ’30.

Sono: L’amico della signorina BertheIl notaio di ChâteauneufQuelli del Grand Café.

Tutti racconti scritti da Georges Simenon nell’inverno del 1937/38 mentre si trova sull’isola di Porquerolles con la moglie Tigy.

Segno evidente, questo, che una sincera intenzione d’abbandonare completamente il personaggio di Maigret, Simenon, in cuor suo, non l’ha mai veramente avuta.

La casa a Meung-sur-Loire.

Nel proseguo della serie sono molti i romanzi in cui ritroviamo Maigret più o meno prossimo al pensionamento e molti sono i riferimenti alla casa di Meung-sur-Loire che i due non smettono di continuare a preparare e dove si recano ogni volta che possono, in vacanza o nei fine settimana. Con l’avanzare dell’età del suo autore, le figure del personaggio e dello scrittore iniziano sempre più ad avvicinarsi, così come si avvicinano sempre più lo stile ed i contenuti dei romanzi senza Maigret a quelli con il commissario protagonista. Più complessi ed articolati i primi, più in abbozzo i secondi, ma con tematiche sempre più profonde e personaggi di maggior spessore.

Avviene così che apprendiamo anche maggiori dettagli su come i coniugi Maigret siano giunti alla decisione di acquistare una casa per gli anni della vecchiaia proprio nella località di Meung-sur-Loire, e sul fatto che proprio in questo luogo essi abbiano trascorso alcune delle loro vacanze in un piccolo albergo dove sono ormai considerati di casa.

Sulle modalità di acquisto di questa casa veniamo informati nel romanzo Maigret alle assise del 1959:

“Durante le tre settimane passate nella Loire, il futuro si era concretizzato nel momento in cui i Maigret avevano finalmente acquistato la casa dove avrebbero consumato gli anni della vecchiaia.”

Francamente non capisco il motivo per cui in italiano, nella traduzione di Elena Cantini dell’edizione Mondadori, il termine s’écouleraient, utilizzato da Simenon e che a mio avviso è traducibile con “avrebbero trascorso”, diventi invece “avrebbero consumato”. Termine decisamente molto più negativo e che evoca quasi l’estrema inutilità dei giorni dopo il pensionamento.

Tutto avviene grazie ad una vendita all’asta cui Jules e Louise partecipano quasi d’impulso e che vincono increduli, ritrovandosi così per la prima volta proprietari di una casa.

“All’asta, i Maigret, in piedi in fondo alla sala, si erano più di una volta interrogati con gli occhi ed erano rimasti sorpresi allorché il commissario aveva alzato la mano mentre qualche contadino si voltava…-Due…Tre…Aggiudicato!- Per la prima volta nella loro vita erano proprietari e, già il giorno dopo, avevano chiamato l’idraulico e il falegname.”

Una casa che sembra una canonica, con un patio alla spagnola, muri spessi, travi di legno a vista, un muro di cinta che la racchiude e, quasi, la protegge. Un orto da coltivare, una vera cucina di campagna per il piacere della signora Maigret.

Perché c’è un particolare da non dimenticare: ad andare in pensione è solo il commissario. Per la sua dolce consorte non cambia assolutamente nulla. Pulizie al mattino, cucinare a pranzo e cena, la spesa nelle botteghe del paese, mondare le verdure che il marito coltiva e raccoglie, lavorare a maglia nelle pause tra una faccenda e l’altra. Questa è l’unica vita possibile per M.me Maigret.

L’ex funzionario di polizia si dedica al contrario a tutta una serie di attività tipiche del pensionato: la pesca alla lenza, il gioco delle carte e del biliardo, la cura dell’orto di casa, le sue memorie. Naturalmente le interminabili pennichelle pomeridiane, su di una sdraio al sole, con il giornale sul viso o un logoro cappellaccio di paglia sugli occhi.

Maigret in pensione fra attesa e timore.

L’atteggiamento di Maigret verso la realtà incombente del pensionamento cambia di molto con il trascorrere degli anni e non è certo con lo stesso  spirito che si avvicina a quella scadenza nel 1933 e nel 1972.

Ma nel 1933 Simenon è uno scrittore di trent’anni, all’apice del successo commerciale e con davanti un radioso e promettente avvenire. Pensione e vecchiaia sono prospettive esclusive del suo personaggio e il giovane scrittore per quanto abile non riesce a drammatizzare più di tanto questi determinanti eventi della vita.

Per il commissario de La chiusa n°1, l’unico timore è apparire ridicolo, mettendosi magari a fare l’investigatore privato o il responsabile della sicurezza in qualche azienda privata. Accettare cioè un surrogato della sua precedente professione che, in realtà, lo sminuisce ai propri occhi e a quelli degli ex colleghi, come un uomo incapace di accettare il proprio naturale declino.

Molto diverso l’atteggiamento negli anni successivi, man mano che anagraficamente anche l’autore inizia ad avvicinarsi al proprio personaggio. La riflessione su pensionamento e,soprattutto, vecchiaia inizia ad avere implicazioni sempre più personali e, di conseguenza, sempre più profondità e spessore. Su tutti vale la pena di legger Maigret a Vichy e, naturalmente, Maigret e il signor Charles.

Nell’insieme il commissario guarda ai cambiamenti che il pensionamento porterà nella sua vita con una certa apprensione, ma ho l’impressione che sia più l’idea della vecchiaia a spaventarlo, con tutto quello che le è associato, che non l’idea del pensionamento in se stesso. Forse entrambe le sensazioni si mescolano in lui ed un certo timore di futura inutilità si agita nella profondità della sua mente.

“Quand je prendrai ma retraite… Parfois, on pouvait croire que Maigret, pressé de la prendre, comptait les jours. D’autres fois, on sentait chez lui une certaine panique à la perspective de quitter le Quai des Orfèvres.”- Maigret et le tueur 1969.

Oppure è solo un modo per esorcizzare proprio la paura di quel futuro ormai prossimo, che, per puri motivi anagrafici, ha come orizzonte inevitabile la vecchiaia, quella vera, la malattia e la morte.

Una vacanza Meug-sur-Loire


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Maigret a Meung-sur-Loireultima modifica: 2019-02-24T15:35:27+01:00da albatros-331
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