Tour de France con Maigret

 Da Parigi a tutta la Francia con Maigret.

Tour de France con Maigret (foto da biciclettami).

Tour de France con Maigret (foto da biciclettami).

Maigret tra atmosfera e suggestione.

Quando il lettore pensa a Maigret vede subito materializzarsi, nella sua mente, non solo la figura massiccia del commissario con, immancabili, pipa, cappotto e cappello, ma è l’immagine stessa di Parigi che gli si fa innanzi, quasi palpabile.

Una Parigi piuttosto improbabile, ormai; eppure quasi più vera del vero: come direbbe Simenon!

Così, Maigret e Parigi, in qualche modo, sono legati indissolubilmente l’uno all’altra. Anche se il tempo passa e tutto cambia: soprattutto Parigi.

Georges Simenon è stato un vero maestro nel creare atmosfere e suggestioni intorno ai suoi personaggi. Al punto che quelle atmosfere e suggestioni contano, dentro la storia, quanto la storia stessa.

Lo scrittore belga, che a Parigi giunse a nemmeno vent’anni, nella lunga serie di romanzi dedicati al suo commissario capo della squadra omicidi, ha disegnato una mappa ideale della capitale francese.

Una mappa piuttosto vaga ed essenziale e che pure ci appare precisa, quasi minuziosa.

Come la luna che si rinnova di mese in mese, Georges Simenon pubblica un nuovo romanzo ogni trenta giorni. E non si creda che siano libercoli scribacchiati alla svelta. No: sono trecento pagine tirate a pulimento, trame intricatissime e risolte con maestria, figure e caratteri disegnati con evidenza e precisione, documentazione impeccabile di città e paesi, e, di tanto in tanto, un tono, un accento che donotano lo scrittore di razza.

Così dirà Alberto Savinio nel 1932.

Lo scrittore cita il nome di una via o di una piazza, sottolinea un aspetto, definisce un colore o un suono, ed ecco che noi, in quella via o piazza ci stiamo veramente. Camminiamo, quasi, al fianco di Maigret o di qualunque altro personaggio vi si muova in quel momento.

Viali, vie, piazze, angoli anche poco noti della città, sono descritti con pochi tratti evocativi, capaci però di restituirne l’esatta atmosfera: la percezione fisica.

È una magia che nasce dalla scrittura di Simenon, dal suo metodo. Perché lui, Simenon, al contrario del suo commissario, un metodo ce l’ha e un giorno o l’altro ne parleremo.

Oggi parliamo, più che altro di geografia.

Maigret non è solo Parigi.

Maigret e Parigi, Parigi e Simenon, collegamenti che appaiono, dunque, quasi automatici.

Eppure, osservando attentamente le ambientazioni dei 75 romanzi che costituiscono la saga del commissario Maigret, ci si rende conto che Parigi, pur occupando sicuramente il posto d’onore, con 44 opere, non è l’unico luogo in cui Simenon ambienta le varie inchieste del commissario. In almeno 36 casi la vicenda si svolge, in tutto o in parte, in luoghi diversi dalla capitale.

Addirittura, osservando i primi 19 romanzi pubblicati con Fayard, che rappresentano l’esordio editoriale di Simenon e di Maigret, Parigi è centrale solo in quattro casi, mentre i restanti 15 si svolgono in svariati luoghi della Francia, anche molto distanti tra loro, e, in tre di questi, le vicende sono ambientate all’estero.

Nei restanti 56 romanzi che si susseguono, quasi, ininterrottamente fino al 1972, Parigi rimane lo scenario prediletto dell’azione, ma, sono ancora molti i casi in cui, il commissario, si trova ad indagare anche lontano dalla capitale: persino negli Stati Uniti!

Non vi è certo da stupirsi di questo: un’autore ha il diritto di ambientare le storie che narra nei luoghi che preferisce. Anzi, dobbiamo essere grati a Simenon, per la varietà di ambienti che descrive anche nei Maigret.

Nei romanzi senza il commissario, sappiamo bene quanto diverse e lontane possano essere le “location”.

Simenon scrittore vagabondo.

Del ruolo di Parigi, nei romanzi della serie, ne parleremo in altro post. Oggi, qui, vogliamo dare uno sguardo a quei luoghi, scelti da Simenon per ambientare le vicende del suo commissario, lontano dalla capitale e dalla quotidianità del Quai des Orfevres.

Una grande quantità di scrittori, fatta eccezione, forse, solo per Jules Verne ed Emilio Salgari, utilizza nelle proprie opere i ricordi, di cose, persone e luoghi, di cui ha fatto esperienza diretta nella propria vita. Che questo accada immagino sia la cosa più ovvia del mondo.

Pare che il grande Francis Scott Fitzgerald prendesse addirittura nota delle parole, scambiate fra loro da amici e conoscenti, e le utilizzasse per rendere più autentici i dialoghi nei suoi romanzi.

Simenon, che fu un viaggiatore al limite del nomadismo, amante della natura e curioso della vita degli uomini, era dotato di una mente fotografica in grado di cogliere e memorizzare infinite sfumature. Ebbe ben presto a disposizione un data base mentale incredibilmente vario. Un archivio interiore, fatto di luoghi, certamente, ma anche di volti e caratteri e, forse, situazioni.

Di tutte queste “informazioni” ha sicuramente fatto ampio uso nelle sue opere. Probabilmente modificando, mescolando, confondendo il vero con il verosimile, fino a creare il contorno perfetto al suo racconto.

Luoghi, cose e persone divengono storie.

È difficile stabilire “quanto” l’incontro con una specifica persona possa aver influenzato la creatività dello scrittore, spingendolo a costruire intorno a quella figura una vicenda romanzesca.

Altrettanto difficile, e anche un po’ azzardato, immaginare un’ispirazione sollecitata dalla complessità del suo privato o da vicende di persone vicine a lui nel quotidiano.

Assai più facile è individuare il collegamento tra le storie raccontate e i luoghi in cui lo stesso Simenon è passato o ha vissuto per un certo tempo.

Di quello abbiamo, per così dire, la prova provata, perché quasi ogni vicenda narrata nei romanzi Maigret è ambientata in luoghi che lo scrittore ha visitato o in cui ha effettivamente vissuto per più o meno tempo.

Tutto filtrato attraverso la memoria dello scrittore, perché quasi mai gli capita di scrivere di un luogo nel momento esatto in cui vi si trova.

Questo risulta evidentissimo nei romanzi Maigret della prima serie, quella, appunto, edita da Fayard a partire dal 1931.

Dai canali di Francia all’Olanda e da Liegi alla Costa Azzurra.

Simenon ha navigato sui canali di Francia ed ecco, da quell’esperienza, romanzi come Le Charretier de la ProvidenceLe port des brumes e Chez les Flamands. Anche la cittadina di Sancerre che ospita il romanzo Monsieur Gallet, décédé, viene dai ricordi di questa esperienza, come, probabilmente il paesino di Meung-sur-Loire che ospiterà i coniugi Maigret dopo il pensionamento del commissario.

Lo scrittore ha frequentato Fécamp a più riprese, perché nei cantieri di quella città ha fatto realizzare il suo battello: l’Ostrogoth. Così la cittadina normanna farà da scenario ai romanzi Pietr le letton e Au Rendez-Vous des Terre-Neuvas.

L’Olanda è stata una delle mete della sua navigazione ed ecco la cittadina di Delfzijl come sfondo ala romanzo Un crime en Hollande. La città olandese alla foce del fiume Eem avrà anche l’onore di essere scelta, dallo stesso Simenon, come luogo in cui la figura del personaggio di Maigret si sarebbe concretizzata nella mente dello scrittore.

Simenon e Tigy, sua moglie, soggiornano alcuni mesi sulla Costa Azzurra ad Antibes: ecco lo scenario di Liberty bar.

L’isola di Porquerolles dove i Simenon trascorrono per diversi anni le loro vacanze, diventa lo scenario di Mon ami Maigret.

Non sono solo i ricordi di viaggio ad ispirare lo scrittore: anche i cosiddetti trance de vie tornano utili.

Simenon ha ancora ben vivo il ricordo degli anni trascorsi nella natia Liegi. Ispireranno i romanzi La danseuse du Gai-Moulin e Le pendu de Saint-Pholien. C’è chi sostiene che Liegi si nasconda, in qualche modo, dietro molti altri luoghi descritti da Simenon: Parigi compresa.

Dalla pianura all’oceano, da un crocevia nel nulla alla Senna.

Giovane aspirante scrittore appena giunto nella capitale francese, Simenon trova lavoro, per un anno circa, come segretario personale presso un nobile, il barone di Tracy, impegnato politicamente e proprietario di un giornale. Un lavoro umile, ma che lo porta in giro per la Francia ed a contatto con alcuni esponenti della politica francese più conservatrice.

Anche questo bagaglio di esperienze, opportunamente rielaborato, servirà per le inchieste del suo commissario.

Proprio dal paesino di Paray-le Frésil, dove il Tracy possiede un castello, vengono i ricordi che daranno vita al villaggio immaginario di Saint-Fiacre, luogo di nascita e dell’infanzia di Maigret, ed all’omonimo romanzo: L’affaire Saint-Fiacre.

Nel 1930 lo scrittore ha bisogno assoluto di un luogo dove concentrarsi al massimo: deve consegnare all’editore Fayard una notevole quantità di romanzetti per i quali è stato già pagato. È anche la condizione imposta dall’editore parigino per poter vedere in stampa il suo commissario.

Simenon scopre così la cittadina di Concarneau, nel Finisterre. Vi rimane, lontano da tutto e da tutti, quasi un’intero inverno. Scrive cento pagine al giorno e, nelle pause del lavoro, passeggia per ore lungo la spiaggia con il suo cane Olaf.

Concarneau rimane nel cuore di Simenon e nel romanzo Le chien jaune del 1931 (poi verranno Le signorine di Concarneau, romanzo non Maigret del 1936, e tante citazioni della città, sparse qua e là, in tante opere).

Si muove molto in quegli anni Simenon, per la verità, si muove in continuazione per gran parte della sua vita.

Il famoso Crocevia delle tre vedove, luogo reale che oggi non credo esista più, è frutto invece di un’amicizia. Quella con Eugène Merle un giornalista al pari di Simenon. Merle è il fondatore del Paris-Soir e del giornale satirico Merle-Blanc. Quasi ogni fine settimana Simenon è ospite dell’amico nel castello che questi possiede ad Avrainville. Castello ed incrocio li ritroveremo protagonisti di quello che è certamente uno dei più famosi tra i romanzi della saga di Maigret: La nuit du carrefour.

Non sempre sono viaggi che lo portano in luoghi lontani: anche la Marna e la Senna appena fuori Parigi sono meta del suo peregrinare.

Le piccole pensioni a conduzione famigliare in riva al fiume o le guinguettes dove si balla al suono di una fisarmonica, sono, probabilmente, luoghi abituali del suo svago con la moglie e gli amici.

Ritroviamo questi luoghi come protagonisti nei romanzi Signé Picpus e, soprattutto, La guinguette à deux sous, ma citazioni ve ne sono molte altre: come in Maigret aux AssisesMaigret s’amuse o Maigret et son mort.

L'atmosfera semplice tipica dei piccoli locali in riva alla Senna o alla Marna.

L’atmosfera semplice tipica dei piccoli locali in riva alla Senna o alla Marna.

Mémoire de guinguettes

Tutti i Maigret “fuori porta”.

Ecco qui i titoli di tutti i romanzi Maigret ambientati, in tutto o in parte, fuori Parigi.

  1. Pietr le letton: il romanzo è ambientato a Parigi, ma alcuni passaggi importanti hanno come scenario la cittadina normanna di Fécamp.
  2. Le Charretier de la Providence: la vicenda ha come scenario il Canale laterale della Marna, tra le chiuse di Dizy e di Vitry-le-François.
  3. Monsieur Gallet, décédé: Saint-Fargeau-Ponthierry, ma soprattutto Sancerre nel cuore della regione della Loira.
  4.  Le pendu de Saint-Pholien: Brema, Bruxelles, Reims, ma soprattutto Liegi: città natale di Simenon.
  5. La tête d’un homme: Parigi, soprattutto, ma anche la vicina Saint-Cloud, lungo la Senna a sud-ovest della Capitale.
  6. Le chien jaune: Concarneau.
  7. La nuit du carrefour: Avrainville
  8. Un crime en Hollande: la cittadina portuale olandese di Delfzijl
  9. Au Rendez-Vous des Terre-Neuvas: ancora la città normanna di Fécamp
  10. La danseuse du Gai-Moulin: Liegi nuovamente.
  11. La guinguette à deux sous: le rive della Senna vicino a Morsang.
  12. L’affaire Saint-Fiacre: un nome inventato che però si riferisce al villaggio di Paray-le-Frésil.
  13. Chez les Flamands: in questo romanzo non vi è solo il ricordo della città di Givet, al confine con il Belgio, anche la “casa dei fiamminghi” è un luogo reale che ha lasciato un segno, evidentemente, in Simenon.
  14. Le port des brumes: Ouistreham, cittadina normanna nel Calvados.
  15. Le fou de Bergerac: come dice il titolo stesso è la città di Bergerac, lambita dal fiume Dordogne.
  16. Liberty Bar: Antibes e Cannes sulla Costa Azzurra.
  17. L’écluse n° 1: principalmente Parigi, dove la Marna e la Senna si incontrano, ma anche Samois-sur-Seine, a circa 70 chilometri dalla Capitale, verso Fontaineblau.
  18. Maigret: protagonista è certo Parigi, ma qui, in apertura di romanzo, troviamo Maigret nella sua casa da pensionato a Meung-sur-Loire.
  19. Les caves du Majestic: Parigi, ma anche Cannes in Costa Azzurra.
  20. La maison du juge: L’Aiguillon-sur-Mer, villaggio di pescatori della Vandea. La regione della Vandea riveste un’importanza particolare nella vita dello scrittore…e, prima o poi, ne parleremo.
  21. Félicie est là: Poissy, sempre sulla Senna, ad ovest di Parigi.
  22. L’inspecteur Cadavre: un villaggio immaginario vicino a Niort, ancora in Vandea.
  23. Maigret se fâche: anche in questo caso abbiamo un villaggio immaginario, ispirato però da uno reale: Le Coudray-Montceaux, comune nel dipartimento dell’Essonne, altra reminiscenza di navigazione.
  24. Maigret à New York: siamo nel 1946 e Simenon si è trasferito da poco negli Stati Uniti.
  25. Les vacances de Maigret: ancora la Vandea con la località marittima di Les Sables-d’Olonne.
  26. Mon ami Maigret: Tolone, Hyères e, soprattutto, la magica isola di Porquerolles.
  27. Maigret chez le coroner: Tucson, ancora e per l’ultima volta, negli States.
  28. Maigret et la vieille dame: Étretat in Normandia.
  29. Les Mémoires de Maigret: in questo romanzo ritroviamo tanti luoghi di Maigret. Parigi certamente, ma anche Saint Fiacre e, ovviamente, Meung-sur-Loire.
  30. Le revolver de Maigret: Parigi, con una breve escursione a Londra!
  31. Maigret a peur: la Vandea e la cittadina di Fontenay-le-Comte.
  32. Maigret à l’école: Saint-André-sur-Mer, nome immaginario, per un villaggio vicino a La Rochelle. La Rochelle e il suo territorio hanno affascinato profondamente Simenon, che in quella zona risiede per una decina d’anni.
  33.  Maigret voyage: Costa azzurra e, per una volta, la Svizzera con la città di Losanna. Siamo nel 1956 e Simenon, rientrato dagli Stati Uniti l’anno prima, dopo un breve soggiorno a Cannes ha deciso di stabilirsi proprio nella città sulle rive del lago Lemano. Lo stesso percorso di Maigret nel romanzo: che combinazione.
  34. Une confidence de Maigret: la Vandea, ma solo sullo sfondo.
  35. Maigret à Vichy: la famosissima cittadina termale francese.
  36. La folle de Maigret: Parigi, soprattutto, ma con un breve viaggio a Tolone.

Come vediamo bene, esperienze di viaggio e di vita, forniscono allo scrittore il materiale per l’ambientazione dei suoi romanzi Maigret, come, del resto, avviene anche per i non Maigret.

Non è affatto strano, come dicevo in precedenza, ma evidenzia quanto complessa può essere la “costruzione” di un’ispirazione che poi conduce ad immaginare una storia e raccontarla.

Recensioni ai romanzi Maigret.

Quanto conta la location in un romanzo Maigret?

Il ricordo di un luogo come fattore scatenante dell’ispirazione di un romanzo? Forse. Magari invece è tutto l’opposto.

Certo ci sono storie che appaiono avere un senso solo se ambientate in un determinato luogo, mentre altre potrebbero svolgersi in un posto qualunque.

Sono convinto, in ogni caso, che scegliere di ambientare una vicenda in un determinato luogo è già, in qualche modo, raccontare la storia. Quindi non può essere indifferente la scelta che lo scrittore opera ad un certo punto del percorso creativo.

Alla fin fine, dunque, rimane la domanda sospesa: come nasce una storia?

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Tour de France con Maigretultima modifica: 2021-01-06T04:31:26+01:00da albatros-331
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