
57 rue Babylone (7 °). La sala cinematografica chiusa da due anni prepara la sua rinascita e non perderà la sua anima. LP / Elodie Soulié
La Pagode restaurata riapre fra 3 anni.
Grazie ad un mecenate americano rinasce La Pagode!
Il mitico cinema della rue de Babylone di Parigi rinascerà con una terza sala di proiezione e sarà meglio valorizzato senza perdere la sua anima e il suo fascino.
Alla fine della rue de Babylone (VII arrondissemant), dall’altra parte del cancello e dei bambù che mascherano parzialmente il piccolo cortile del giardino orientale, chi passa e getta uno sguardo è convinto che “la Pagoda non riaprirà mai …“. Ha torto!
Dietro la facciata decrepita, dietro le porte di vetro protette da compensato, la vita è già ripresa e i lavori saranno completati entro due anni, forse tre dato il pesante lavoro da fare per ripristinare il padiglione di fine Ottocento, classificato Monumento storico, e il suo giardino anch’esso inscritto tra i beni culturali e protetto.
Benché protetta dallo sviluppo immobiliare, il cinema è un luogo insolito adorato per la sua ambientazione tanto quanto per la sua programmazione artistica e d’essai, la Pagoda non è stata immune dagli alti e bassi del “business” a causa della pessima condotta del vecchio gestore a cui Elisabeth Dauchy, proprietaria da più di trent’anni, aveva affidato le chiavi, e che finito in bancarotta è fuggito e, per diversi anni ha giocato a rimpiattino con giustizia. Fino alla vendita all’asta di mobili e apparecchiature di proiezione del distributore Pathé!
Oggi, sorriso hollywoodiano e occhi illuminati di vera gioia, la proprietaria Elisabeth Dauchy vuole girare pagina. La speranza di “riaprire la Sale”, che l’ha sostenuta fin dalla chiusura di due anni fa, è finalmente arrivata a buon fine.
E inaspettatamente! Grazie al magnate di New York Charles Cohen, produttore francofilo e appassionato di cinema. sarà lui a finanziare i lavori: un progetto da circa 8 milioni di euro, elaborato da Elisabeth Dauchy e dall’architetto responsabile della difesa dei beni culturali Benjamin Mouton.
Cohen dà quasi carta bianca alla proprietaria della Pagoda, che passerà, in seguito, la mano alla riapertura della sala.
Elisabeth Dauchy è una cinefila e per lei la Pagoda non è mai stata una rendita, piuttosto …
“Trente ans de mécénat, sans jamais augmenter le loyer ni aucune redevance aux exploitants ! » sourit-elle. « Mais c’est le lieu que j’aime, le lieu et le cinéma.”
La Pagoda: uno scenario da commedia drammatica.
Formalizzato la settimana scorsa, il “matrimonio” dell’investitore e della proprietaria ricorda la trama di una commedia piuttosto drammatica.
Racconta Elisabeth Dauchy, di essersi sempre categoricamente rifiutata di prendere in considerazione “le sirene che proponevano di realizzare ristoranti o altri negozi:
“Da quando ho riottenuto le chiavi, nell’aprile 2016, ho davvero faticato per riunire una tavola rotonda”. Obiettivo: non snaturare la sua Pagode!
Passano i mesi, lei morde il freno mentre tutto sembra girare a vuoto. Poi a maggio 2017, la signora è in crociera dalle parti della Scozia, mentre il cinema francese vive al ritmo del Festival di Cannes … Ed ecco arriva la chiamata!
Finalmente un vero magnate d’altri tempi!
Charles Cohen, questo newyorkese appassionato di cinema francese, piuttosto raffinato; uno spirito alla Woody Allen. Vorrebbe sostenere il progetto di rinascita della Pagoda.
“Qualcuno che ama il cinema, che ha i mezzi necessari e che vuole conservare l’ anima di questo luogo. Cosa desiderare di meglio? “
E tutto così inizia a mettersi in movimento! Contratti da negoziare, progetti da rivedere, il sito da pulire e conservare.
“Abbiamo iniziato proteggendo vetrate e strutture in legno danneggiate”, Racconta la proprietaria, mentre è immersa nella quotidiana maratona di studi e sondaggi tecnici da rifare, gare d’appalto da lanciare, fornitori da selezionare…
Un restauro impegnativo, cui si aggiunge la creazione di una terza sala di proiezione da scavare sotto il padiglione e la ristrutturazione dell’ingresso, da realizzare in modo tale da valorizzare il giardino e l’edificio centrale della Pagoda con i suoi due gradini incorniciati da draghi di pietra.
Ora lo sappiamo: La Pagoda accenderà i suoi schermi entro il 2020.
L’articolo originale di Le Parisien lo trovi qui:
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