Fayard la prima casa editrice di Maigret

Breve storia delle Edizioni Arthème Fayard.

Libri. Edizioni Arthème Fayard la prima casa di Maigret.

Edizioni Arthème Fayard la prima casa di Maigret.- Photo by: Sarah Pflug.

Edizioni Arthème Fayard la prima casa di Maigret.

Le Edizioni Fayard sono una casa editrice francese e oggi fanno parte di un Gruppo editoriale ben più vasto (Hachette), come ormai impongono i tempi.

Sono nate, però, intorno alla metà del XIX secolo per iniziativa di un visionario editore che, in largo anticipo sui tempi aveva intuito le grandi possibilità che si offrivano (o si sarebbero offerte di lì a poco) per un editore capace di confezionare edizioni di un certo pregio, ad un prezzo accessibile ad una vasta platea di acquirenti, compensando i costi con il grande numero di copie vendute.

Raccontare la storia delle Edizioni Fayard è quindi un po’ come raccontare quella dell’editoria moderna. In più, va aggiunto che è per questo blog un passaggio quasi obbligato, visto il grande peso che queste hanno avuto nella storia personale e professionale dell’uomo che ispira le pagine del blog stesso: lo scrittore belga Georges Simenon.

L’autore di più di 200 romanzi ha collaborato con diverse case editrici, nel corso dei sessant’anni della sua carriera professionale, ma Fayard rappresenta, nella sua vicenda, qualcosa di più.

È la prima casa editrice a pubblicare i romanzi della serie dedicata al commissario Maigret, che sono anche i primi romanzi firmati da Simenon con il proprio nome e non sotto pseudonimo e che, fin da subito, diedero a Simenon notorietà internazionale.

Sono i romanzi, quelli con Maigret, che lo faranno conoscere al grande pubblico, dando il via alla sua fortunata carriera di scrittore.

Non è stato sempre un rapporto semplice, quello di Simenon con il suo primo importante editore, e non è durato che una manciata di anni. Ma sono stati anni determinanti e i due, evidentemente, se la intendevano piuttosto bene, visti i risultati ottenuti dalla loro collaborazione.

Il figlio dell’editore che aveva puntato tutto sulla produzione popolare (seguendo abilmente le orme del padre) e lo scrittore che, almeno in quel periodo della sua vita, voleva rivolgersi proprio al grande pubblico, erano destinati ad incontrarsi ed intendersi.

Ma quando e come nasce la casa editrice Fayard? Dall’idea di chi? Con quali obbiettivi?

Arthème Fayard immagina un libro alla portata di tutti.

La storia delle edizioni Fayard, inizia poco dopo la metà di luglio del 1857. Un’anno importante per l’editoria francese!

Quell’anno il tipografo ed editore Auguste Poulet-Malassis, pubblica il capolavoro dell’amico Baudelaire: Les Fleurs du Mal.

Il grande Flaubert, ha da poco risolti i guai con la legge, procuratigli dal suo capolavoro: Madame Bovary. Lo scabroso romanzo è apparso l’anno precedente, a puntate, sulle pagine di La Revue de Paris. Ha suscitato scandalo ed azioni giudiziarie. Uscito vincitore dai Tribunali, proprio nell’aprile del 1857, lo scrittore, ripropone subito la sua opera in due bei volumi per i tipi di Michel Lévy frères.

Muore Pierre-Jean de Béranger, poeta e musicista caro al popolo di Parigi.

Il cantante Béranger è appena morto a Parigi, il 16 luglio 1857, e,  pochi giorni dopo, una folla immensa e commossa assiste al suo funerale. Tra quella folla c’è anche un ragazzo sui vent’anni. È impiegato al Ministero delle finanze, ma è pochissimo entusiasta del suo monotono lavoro. Non è un grande appassionato di musica popolare o un sincero estimatore dello scomparso compositore. Ad attirarlo è lo spettacolo di quella immensa folla che segue commossa il feretro del suo beniamino.

Non c’è quasi nessuna emozione sul viso del giovane impiegato. Piuttosto un’intensa curiosità. Lo stupore che prova nel vedere una simile folla seguire il feretro di Béranger, per accompagnarlo all’ultima dimora.

Eppure a pagare i funerali è lo Stato francese! Come ha potuto morire in assoluta povertà un musicista e un poeta tanto amato.

Tutti cantano le sue opere. Chi ha la fortuna di possedere uno spartito lo passa agli amici perché lo possano copiare.

Nei giorni seguenti, questo giovane impiegato del Ministero delle finanze, passa a setaccio le librerie di Parigi: ovunque chiede di poter acquistare le opere del grande Béranger.

Con sua enorme sorpresa, nove volte su dieci, gli viene risposto che non ne dispongono. Quando, finalmente, riesce a trovarne una copia, si rende conto che il prezzo è assolutamente esorbitante. Non tanto per lui, che non guadagna poi male, ma per quella moltitudine di francesi che, con i suoi occhi, a visto seguire il feretro dell’autore di quei testi. Un popolo intero che conosce, ama e canticchia quelle canzoni.

Quattro secoli dopo Gutenberg, il libro stampato è ancora raro e costoso.

Renderlo disponibile ed accessibile a tutti: questo sarà il primo obiettivo che il nostro editore in erba si prefiggerà molto presto. 

Quel giovane impiegato al Ministero delle finanze risponde al nome di: Jean-François Fayard.

Il lavoro al Ministero non lo appassiona più di tanto, ed ora che ha un sogno da realizzare vi si getta con determinazione.

Si reca a visitare una, due, tre tipografie. Trova il modo di procurarsi l’attrezzatura indispensabile, individua una tipografia adatta ai suoi scopi ed affitta un locale al 30 della rue du Bac, nel VII arrondissement.

Pochi mesi dopo, eccolo intento a sfogliare, con intima soddisfazione, un opuscolo fresco di stampa, intitolato Mémoires authentiques sur Béranger. L’opera completa costerà 12 franchi, ma viene proposta a fascicoli da un franco e 20 centesimi l’uno.

Nasce così a Parigi, le edizioni della: Librairie Arthème Fayard.

Per sommi capi questa è la storia della prima operazione editoriale concepita dal fondatore della casa editrice che un giorno pubblicherà Simenon e il suo Maigret.

Chi è e da dove viene Arthème Fayard.

Questo giovane intraprendente giunge a Parigi, ma viene dalla provincia come, del resto, tantissimi francesi prima e dopo di lui. La sua è una storia umile e complessa, come quella di tanti uomini di talento, e vale la pena di ricordarla, anche per dare il giusto valore al suo sogno e alla sua opera.

L’uomo che Parigi imparerà a conoscere con il nome di Arthème Fayard nasce in un piccolo villaggio del Puy-de-Dôme, sulle rive dell’Allier. Il villaggio si chiama Brassac-les-Mines e, ancora oggi, conta poco meno di 3.500 abitanti.

Il nostro giovane vede la luce il 6 marzo del 1836, presso la casa del nonno materno Jean Lemerle, notaio a Saint-Germain-l’Herm, località posta a 68 km a sud-est di Clermont-Ferrand. Il bimbo è figlio di Joséphine-Élisabeth Lemerle, classe 1811, e di padre ignoto. Corre voce che il padre sia un membro della Camera dei Pari della Monarchia di Luglio, amico di famiglia. Alla nascita il suo nome è registrato dunque come Jean-François Lemerle.

Jean-François è un bimbo di nove anni quando, il 18 novembre del 1845, la madre convola a giuste nozze con un impiegato di Brassac-les-Mines, pronipote di un barcaiolo e nipote e figlio di marinai fluviali: Antoine Fayard, classe 1818.

I novelli sposi riconobbero il bimbo come loro figlio legittimo e con sentenza del tribunale, in data 29 marzo 1855, viene riconosciuto il diritto, a Jean-François, di aggiungere al proprio nome il cognome di Fayard.

La coppia si trasferisce a Parigi dove svolgono l’attività di gestori d’albergo, al 41 della rue Vavin: l’Hotel Saint Marie.

In principio il giovane Jean-François aiuta i genitori nella conduzione dell’albergo, poi, giunto in età di lavoro, si impiega, come abbiamo visto, presso il Ministero delle finanze.

Nascono le Edizioni Arthème Fayard.

Il libro dedicato al poeta e musicista Beranger nasce grazie alla collaborazione di Fayard con Henri Morel, libraio-editore con sede al 5 della rue Madame, nel VI arrondissement. Un editore che ha al suo attivo opere come: Histoire complète et authentique de Louis-Napoléon Bonaparte depuis sa naissance jusqu’à ce jour, del 1852.

Con lui, Fayard, pubblica, dal novembre 1857, le sue Mémoires authentiques sur Béranger, recueillis et mis en ordre par M. C. Leynadier.

È il primo atto pubblico della Librairie historique et scientifique Arthème Fayard.

Il nome Arthème è un omaggio a Saint Arthème de Clermont. Un Vescovo del IV secolo venerato a Clermon-Ferrand.

I primi passi del giovane imprenditore dell’editoria si rivelano fortunati, confermandolo nelle sue convinzioni: offrire al lettore un prodotto di qualità ad un prezzo accessibile ai più.

Nel 1860, questa volta in collaborazione con Arnould Devresse, libraio-editore sito al 55 di rue de Rivoli (I°), detto “Arnauld de Vresse, le Mémoires authentiques sur Garibaldi, mis en ordre par Camille Leynadier. Un grande volume, decorato con due belle incisioni, acquistabile in unica soluzione (9 franchi) oppure a dispense. In omaggio agli acquirenti un’incisione su lastra d’acciaio: un ritratto di Garibaldi alto un metro.

Le pubblicazioni Fayard si susseguono anno dopo anno.

L’Italia sembra andare di moda tra i francesi e così, nel 1860, la Librairie Fayard, che ora ha sede al 31 della rue de Beaune (VII), pubblica L’Italie contemporaine illustrée. Portraits politiques. Gli autori sono Eugène de Monglave ed Alfred d’Aunay, mentre l’operazione editoriale è realizzata in collaborazione con Édouard Dentu (libraio-editore con sede al 13 e 17 Galerie d’Orléans nel I arrondissement).

Certo, i problemi finanziari ed i momenti difficili non mancano, quando l’imprenditore è intraprendente e visionario.

Così, nel 1864, ritroviamo Arthème Fayard momentaneamente domiciliato, con la sua attività, presso la madre in rue Vavin.

Ma il giovane non demorde e, in quello stesso anno, pubblica un’altra opera storico politica: Histoire de la révolution polonaise.

Autore dell’opera risulta essere tale Stanislas Araminski, ma è solo lo pseudonimo dell’editore stesso!

L’anno successivo le cose tornano a migliorare e la sede della casa editrice si trasferisce in rue des Noyers; una strada che ora non esiste più, fra boulevard Saint-Germain e boulevard Saint-Michel.

Arthème I° prende moglie e prepara la sua discendenza.

In quel 1865 Arthème, che ora ha 29 anni, decide di “mettere su famiglia” e convola a giuste nozze con una ragazza che, come lui, è figlia di padre ignoto: Cécile-Louise Berthier.

Lei abita con la madre al numero 11 della rue Blottière (XIV) ed è lì che la coppia si trasferisce dopo le nozze.

La donna, nata a Parigi nel 1845, gli darà tre figli, due maschi ed una femmina: Il primo sarà Joseph-Arthème, nato il 7 maggio 1866, in rue Blottière e destinato a seguire le orme del padre ed a divenire Le Grand Arthème. Il secondo Georges-Octave, nato il 12 agosto del 1867, sempre in rue Blottière, poi, diversi anni dopo, Jeanne-Gabrielle-Blanche, nata il 5 luglio 1880, ma in rue du Moulin a Fresnes (Val-de-Marne), dove la famiglia si è trasferita in quel periodo.

In quello stesso anno, 1865, Jean-François Fayard, detto ormai “Arthème Fayard“, cura l’edizione della Histoire de France par Anquetil, terminée jusqu’en 1865 par De La Brugère.

De La Brugère non è altro che un nuovo pseudonimo dell’editore. Verrà registrato e protetto da brevetto l’anno seguente.

Il catalogo Fayard cresce ancora.

Continua l’interesse della casa editrice per la storia e, nel 1866, vedono la luce l’Histoire romaine, di Elphège Boursin, (Cinquanta dispense illustrate, vendute a 10 centesimi l’una) e l’Histoire de la famille Bonaparte, di Camille Leynadier (10 dispense ad un prezzo di 60 centesimi cada una).

Nel successivo 1867 il focus della casa editrice si allarga e compaiono, in edicola e libreria, tre volumi di carattere assai diverso dai precedenti: Mémoires d’un agent de police (autore un tale agente X, non meglio identificato), Le Fils du forçat e Histoire des sociétés secrètes, politiques et religieuse, entrambi di Pierre Zaccone, all’epoca notissimo scrittore di romanzi popolari e polizieschi.

Tutte queste opere sono poste in vendita a dispense periodiche con un prezzo cada una di 10 centesimi.

L’eclettismo rivelato da queste scelte dimostra che l’editore non ha intenzione di specializzarsi. La sua strategia è soprattutto di natura commerciale: desidera vendere molto e ad un prezzo molto economico. L’idea è quella di raggiungere un vasto pubblico mettendo il libro alla portata di borse anche modeste.

Arthème Fayard editore visionario.

Quando, il primo settembre del 1868, vengono pubblicati Les Grands Drames de la Cour d’assises, sono in molti a domandarsi come sia possibile per Fayard operare commercialmente in quel modo.

Jean François Fayard, visionario editore parigino.

Jean François Fayard, visionario editore parigino.

Ogni dispensa conta 32 pagine inedite, illustrate con incisioni altrettanto inedite, elegantemente rilegate. Ogni domenica una nuova dispensa, che, in un anno, formano sei volumi. Il prezzo? I soliti 10 centesimi a dispensa. Sei franche e cinquanta per l’intero volume.

Il prezzo non sembra sufficiente nemmeno per coprire le spese di spedizione!

L’editore, in questa occasione, si sente in dovere di fornire pubblicamente delle risposte, ad obiezioni che appaiono più che giustificate.

Apertamente svela il segreto della sua strategia imprenditoriale:

  1. Produrre tutto, pagine, lastre, incisione ecc. in grande quantità.
  2. Utilizzare macchinari all’avanguardia. Come quelli della tipografia Morris, fornitore di Fayard, che dispone di una macchina in grado di stampare 10.000 volumi, di 300 pagine, in un solo giorno, con lo stesso personale di una normale macchina da stampa.

In questo modo i costi si riducono di molto ed ecco che è possibile proporre un prezzo di 10 centesimi per 32 pagine illustrate.

Ecco svelato il segreto di Arthème Fayard.

Oggi diremmo che è la scoperta dell’acqua calda, ma allora era tutto un altro paio di maniche.

All’epoca, l’idea di un commercio di massa, che compensa la debolezza dei margini economici con il volume delle vendite, non è ancora molto diffusa e, da molti, è vista come del tutto assurda.

Un secolo dopo, quando la distribuzione di massa sarà ormai una realtà, quelle idee di Arthème Fayard saranno ormai ben consolidate in moltissimi settori e, nel campo dell’editoria, sarà tutto un fiorire di edizioni economiche e tascabili.

C’è chi lo attacca ed Arthéme gli fa causa.

La pubblicazione dei grandi casi di Corte d’Assise è all’origine di un processo che vede Fayard uscire vincitore.

Un suo collega, H. Lebrun, poco corretto o poco accorto,  pubblica dal 26 marzo 1869, un’opera dello stesso formato di Fayard, dal titolo: Collection des causes célèbres.

In copertina, ad ogni fascicolo, violenti attacchi contro le pubblicazioni Fayard.

Il 14 agosto del 1869, si svolge il processo per concorrenza sleale: Lebrun è condannato a rimuovere dalle copertine le frasi oggetto della denuncia ed a risarcire, alle Edizioni Fayard, la somma di 200 franchi a titolo di indennizzo.

Dall’altare alla polvere, poi Arthème è di nuovo in vetta.

Non è tutto rosa e fiori, la nuova attività imprenditoriale di Fayard conosce anche dei momenti delicati e dovrà superare almeno due crisi finanziarie significative. Nel complesso, però, l’idea si rivela vincente, anche se decisamente in anticipo sui tempi.

Lo abbiamo visto, nel 1864, costretto a trasferire i propri uffici presso l’albergo della madre. Ripresosi in breve tempo, ecco il giovane editore trasferire la sede dell’azienda nella rue des Noyers, dove rimane fino al 1874.

In quegli anni vedono la luce sempre nuove pubblicazioni.

Nel 1869 le Mémoires authentiques de Poncet, scritte dallo stesso Poncet. Il 24 giugno 1871 appare, nelle edicole e nelle librerie, la prima edizione della Histoire de la Commune de Paris en 1871: autore quel De La Brugère, che sappiamo essere uno pseudonimo dello stesso Arthème Fayard. Si tratta di un testo decisamente contrario all’esperienza della Comune di Parigi, al quale fa seguito, nel 1873, sempre con la stessa firma, Guerre de 1870-1871. Histoire de la troisième invasion. Siège de Paris.

Nel 1874 è ancora un testo di De La Brugère ad apparire per i tipi di Fayard. Ancora un testo politico che accusa ferocemente il Maresciallo François Achille Bazaine, responsabile della capitolazione dell’armata francese a Metz, durante la guerra franco-prussiana del 1870.

Forse l’eccessivo impegno politico di Arthème Fayard, nazionalista e d’ideale monarchico, finisce con il non portargli troppo bene economicamente. Sta di fatto che, nel 1875, la sede di rue des Noyers non esiste più e ritroviamo, nuovamente, l’editore in difficoltà operare dal domicilio della suocera in rue Blottière 11.

Da questa sede “provvisoria” l’intrepido Arthème ripubblica (con lo pseudonimo di L. Berthier, che è poi il cognome da nubile della moglie) l’Histoire de la Commune de Paris e l’Histoire de la Guerre de 1870-1871.

Poi, nel 1877, è la volta di una serie di volumi di genere completamente diverso: Le Vulgarisateur des sciences commerciales, industrielles & agricoles. Encyclopédie générale du XIXe siècle, di Fernand de Saint-Julien, l’Atlas universel, di F. de La Brugère e Alphonse Barallel’Atlas national, di F. de La Brugère e Jules Trousset. A completare la nuova collana ecco Dictionnaire général en une seule série alphabétique des communes de France et des colonies, sempre di F. de La Brugère.

Jean-François Fayard rilancia la sua attività editoriale.

Gli affari decollano nuovamente e la Maison si trasferisce definitivamente al 78 boulevard Saint-Michel (VI).

I nuovi prodotti editoriali sembrano funzionare e, abbandonata la politica, l’editore insiste con nuove pubblicazioni dello stesso tenore nell’anno successivo.

Vedono così la luce: L’École des meilleures cuisinières bourgeoises, di Célestin MottonLe Magicien moderne, di Jules de Grandpré.

Ritrovata la tranquillità economica Arthème sembra deciso a non commettere più errori ed arrivano così le prime opere decisamente popolari: Les Drames de la cour d’assises, di Albert GoulléLes Nuits du boulevard, romanzo poliziesco di Pierre Zaccone. A chiudere il fortunato 1880 ecco: L’Alcôve des rois-amours mysterieuses des Rois, Reines, Princes etc. di Léon Choubrac.

Nel 1881, ancora un manuale: Le Livre du chasseur, di Charles Diguet.

Nel 1882 si torna al romanzo popolare con La Misère, di Louise Michel. Il volume esce a dispense settimanali di sei pagine ciascuna. Il prezzo per ogni dispensa è di 5 centesimi, la prima è in offerta per chi sottoscrive l’abbonamento all’intera opera. Un totale di 120 dispense: gli abbonamenti saranno 40.000!

Le avventure di Cartouche, il re dei banditi, opera di Jules de Grandpré (pseudonimo del giornalista e romanziere Jules Beaujoint), vede la luce nel 1883, sempre a dispense di 5 centesimi l’una. Il primo volume (30 dispense) ad un franco e cinquanta.

Nulla sembra più poter arrestare l’ascesa delle Edizioni Fayard. I titoli si susseguono ai titoli.

Les Mystères du Louvre, di Octave Féré, ancora per il 1883 (55 dispense a 10 centesimi).

La Guerre de demain, del capitano Danrit, nel 1889, l’Histoire patriotique du général BoulangerLes 4 Sergents de La Rochelle, di Jules Beaujoint, Le Bataillon des Marseillais, di Louis Noir e L’Auberge sanglante de Peirebeilhe, par Jules Beaujoint, nel 1890.

I bilanci della Maison Fayard si consolidano.

L’eclettico Arthème si interessa un po’ a tutto: in famiglia lo chiamano “L’Enciclopedia”.

Nel 1893 riscatta dall’editore Guillaume Edinger (libraire-éditeur 34 rue de la Montagne-Sainte-Geneviève nel V arrondissement), la collezione Petite Bibliothèque universelle che diverrà, in seguito a questo passaggio, la Bibliothèque universelle de poche.

I bilanci dell’azienda si consolidano, ma Arthème non si monta certo la testa. Con l’istinto innato del provinciale sente di dover consolidare sempre più la sua posizione e lo fa acquistando diversi terreni a Parigi. In particolare quello in rue du Saint-Gothard, dove fa costruire un magazzino dove conservare le sue pubblicazioni.

Sempre in questo periodo Arthème Fayard fa costruire il castello di Gué d’Aulne ad Yvelines, un buen retiro ad una sessantina di chilometri a sud ovest di Parigi, mentre, con la famiglia, trasferisce il domicilio al 66 avenue Marigny a Fontenay-sous-Bois (Val-de-Marne).

Arthème Fayard e i suoi figli in società.

A questo punto Arthème Fayard vuole inserire a pieno titolo i due figli maschi nell’attività editoriale. Il 23 gennaio del 1894 si istituisce la “Société Fayard et fils” che vede come soci Arthème Fayard e il primogenito Joseph-Arthème Fayard. Il secondogenito, Georges-Octave Fayard, si inserisce nella compagine sociale il 14 maggio 1895, al compimento del ventottesimo anno d’età.

I tre Fayard fanno appena in tempo a pubblicare insieme La Petite Sœur des pauvres, di Louis Launay.

Il 3 giugno del 1895, a soli 59 anni, Jean-François Fayard, detto Arthème Fayard, muore improvvisamente nella casa di famiglia a Fontenay-sous-Bois.

Le esequie si svolgono il successivo 9 giugno nella chiesa di Saint-Sulpice a Paris (VI). Viene sepolto nel cimitero di Montparnasse.

Finisce così l’avventura terrena di questo visionario imprenditore dell’editoria francese.

Non finisce la storia del suo sogno. La casa editrice che ha fondato continua la sua attività, nelle solide mani del figlio primogenito, Joseph-Arthème Fayard, destinato a divenire per tutti: Le Grand Arthème.

E la storia continua.


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Fayard la prima casa editrice di Maigretultima modifica: 2022-12-06T03:01:20+01:00da albatros-331
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