Il mio nome è Maigret…Jules Maigret

Il mio nome è Maigret…Jules Maigret.

parigi di notte

Parigi la città del commissario Maigret.

 

Jules Maigret solo un nome senza volto.

Simenon propone al pubblico il personaggio di Maigret senza fornirne alcuna descrizione fisica. Solo un nome ed una professione.

Può apparire una questione marginale e forse lo è veramente, ma pensandoci bene non appare strano questo totale disinteresse per l’aspetto fisico di un personaggio che è destinato ad apparire in una serie di quasi venti romanzi?

Certamente, Simenon ed il suo editore, non immaginano il successo planetario che quel commissario parigino e le sue avventure otterranno in tutto il mondo, ma non credo ignorassero, almeno Simenon, che presentarlo in modo da permettere al pubblico una più facile identificazione potesse essere un vantaggio.

Siamo a febbraio del 1931. Il 23 febbraio.

Sulla stampa parigina non si sono ancora spenti gli echi della mitica festa con cui, due giorni prima, Georges Simenon ha realizzato il lancio di una nuova serie di romanzi di genere poliziesco, che hanno come protagonista il commissario Jules Maigret.

Sugli scaffali di tutte le librerie di Francia, in quei giorni, fanno bella mostra di se i primi due volumi di una serie che alla fine, nel 1934, saranno ben 19. I tipi sono quelli della casa editrice Fayard.

I titoli: Monsieur Gallet décédé e Le Pendu de Saint-Pholien.

L’evento è ben noto agli appassionati di Simenon e del suo commissario.

Quello che a me interessa sollevare qui è una questione diversa e, se vogliamo, decisamente marginale, che ha finito però con l’incuriosirmi abbastanza.

Jules Maigret: quattro romanzi per una serie.

Tutti sanno (se ancora non lo sanno lo scoprono ora) che i due citati romanzi di Simenon, che danno inizio alla saga di Maigret, sono stati scritti, rispettivamente, nell’estate e nell’autunno del 1930. Preceduti da alcuni racconti, diciamo preparatori, firmati ancora con il nom de plume di Georges Sim…e dal primo autentico Maigret, Pietr le Letton scritto nel 1929. Sempre nell’estate del 1930 Simenon scrive anche Le Charretier de la Providance.

A febbraio del 1931, quando avviene il lancio della collana, Fayard, Simenon dispone quindi di ben quattro titoli e decide, giustamente, di utilizzarne subito solo due.

Non so, almeno per il momento, su quali basi venne fatta la scelta dei titoli da pubblicare subito. Nemmeno so se Simenon contribuì in qualche modo alla decisione. Probabilmente si, vista l’attenzione con cui lo scrittore si dedica a tutti gli aspetti, anche editoriali, del lancio delle sue opere e l’importanza che attribuisce ad ogni minimo particolare.

Sta di fatto che Pietr le Letton viene pubblicato come quarto titolo, nel maggio del ’31, addirittura dopo Le Charretier de la Providance.

La cosa non ha, evidentemente, alcuna importanza per il lettore, se non fosse per un piccolo particolare, e qui veniamo al dunque della questione che mi interessa.

Simenon, lo sappiamo bene, non è scrittore da indulgere troppo in descrizioni dettagliate di ambienti e personaggi. Gli bastano poche parole per evocare figure e luoghi meglio che se li descrivesse.

A questa regola non si sottrae nemmeno la figura del suo commissario, Jules Maigret, del quale solo pochissimi particolari fisici vengono forniti e non solo in questi primi romanzi, ma in tutto il corpus delle opere della saga.

Unico momento in cui l’autore indulge un pochino a darci una descrizione, per quanto sommaria, del suo personaggio è proprio in Pietr le Letton.

Si percepisce, in quelle pagine, l’esigenza dello scrittore che presentando, al pubblico dei lettori, la sua nuova creatura, si sente in dovere di dare loro quel minimo di descrizione necessaria a costruire, mentalmente, una figura di riferimento; figura che sarà magari diversa per ognuno di noi, ma che deve, necessariamente, partire da un qualcosa di definito almeno per sommi capi.

Quando però vengono prese le decisioni che stabiliscono l’ordine di pubblicazione, questa esigenza di definire il personaggio viene meno e, evidentemente, sono altre le priorità che determinano le scelte sui titoli da mandare in stampa per primi.

Il mio nome è Maigret…Jules Maigret.

Ecco quello che mi incuriosisce. Mi piacerebbe capire i motivi di questa decisione.

Presentare un personaggio senza troppo curarsi di fornire al pubblico un’immagine di riferimento che aiuti ad immaginare questo eroe impegnato nelle sue avventure.

In nessuno dei tre primi titoli pubblicati è presente un richiamo esplicito alla figura fisica di Maigret, tranne che per pochi accenni alla “imponenza” della sua figura e, in  Monsieur Gallet décédé, ai suoi 45 anni d’età e alle 120 libre di peso.

Alla fine si è rivelata una scelta vincente ed il successo, di quella prima serie di romanzi con Maigret, è stato immediato e di dimensioni probabilmente superiori a quanto lo stesso Simenon si augurasse.

Come vedete non si tratta certo di un problema che toglie il sonno, ma il mondo di Simenon è così vasto e variegato, che andare a fare le pulci qua e la è sempre un gran divertimento.


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Il mio nome è Maigret…Jules Maigretultima modifica: 2023-11-23T03:59:20+01:00da albatros-331
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