L’uomo che guardava passare i treni

L’uomo che guardava passare i treni.

 

L’uomo che guardava passare i treni.

Come in altri romanzi di Simenon (Le Charretier de la Providence, Le coup de lune), è affrontata la questione del personaggio in rottura con il proprio ambiente d’origine, ma in questo caso appare più rilevante il tema dell’identità. Il protagonista non si riconosce nella visione che chi lo circonda ha di lui: sciocco per il suo ex datore di lavoro, folle per sua moglie, fino al ritratto che ne dà la stampa e che Popinga si affanna a cercare di correggere. Tenta perciò di abbandonare quei tratti caratteristici che potrebbero tradirlo: l’uomo col sigaro, l’uomo che trascorre la notte con le prostitute, l’uomo con la valigetta. Sfuggendo alle proprie abitudini, alla fine del romanzo si ritrova nudo nel senso letterale del termine.

Altro aspetto trattato è quello della libertà: in opposizione alla vita e alla morale piccolo-borghese di sempre, Popinga si trova completamente libero di fare le proprie scelte e di mettere a frutto le proprie capacità. Ma si tratta di una libertà priva di senso nel momento in cui non permette al protagonista di riconoscere la propria identità profonda.

L’uomo che guardava passare i treni

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L’uomo che guardava passare i treniultima modifica: 2017-10-30T11:52:41+01:00da albatros-331