I fantasmi del cappellaio

I fantasmi del cappellaio di Georges Simenon.

I fantasmi del cappellaio, la copertina Adelphi della prima edizione 1997

I fantasmi del cappellaio, la copertina Adelphi della prima edizione 1997.

I fantasmi del cappellaio.

I fantasmi del cappellaio, titolo originale Les Fantômes du chapelier, è un romanzo scritto da Georges Simenon, nel 1949, a Tumacacori-Carmen in Arizona, pubblicato presso le edizioni Presses de la Cité nel 1948.

Questo romanzo è il risultato della riscrittura di un racconto che Simenon aveva composto precedentemente, nel 1947, dal titolo Il piccolo sarto e il cappellaio. Nonostante il racconto e il futuro romanzo si assomiglino, la principale differenza è che nel primo vediamo che le vicende sono trattate dal punto di vista del sarto invece che da quello del cappellaio, come accade nel romanzo. Vengono perciò approfondite molto le sensazioni di Kachoudas, le sue paure nei confronti del cappellaio e le sue riflessioni.

  • I fantasmi del cappellaio, traduzione di Franco Cannarozzo, Collana Il Girasole, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1956.
  • I fantasmi del cappellaio, traduzione di Laura Frausin Guarino, Avvertenza di Sandro Volpe, in appendice “Il piccolo sarto e il cappellaio” e il capitolo finale di “Benedetti gli umili”, Collana Biblioteca Adelphi n.338, Milano, Adelphi, 1997, ISBN 978-88-459-1297-9. – Collana Gli Adelphi n.409, Milano, Adelphi, 2012.

Nel 1982 il registra francese Claude Chabrol si ispirò al romanzo per girare un omonimo film con Michel Serrault nel ruolo del cappellaio Labbè e Charles Aznavour nel ruolo del sarto Kachoudas.

I fantasmi del cappellaio: una doppia trama.

Il cappellaio Labbè, un rispettabile borghese anziano e molto abitudinario, come al solito, verso le cinque del pomeriggio, lasciato a Valentin l’incarico di chiudere il negozio, comincia a prepararsi per andare a bere e a giocare a carte al bar “Cafè des Colonnes”. Appena uscito, lo raggiunge un sarto armeno che ha la bottega di fronte alla sua, di infima condizione sociale. Anche il sarto è solito intrattenersi al bar per bere due bicchierini, tuttavia da quando il killer ha compiuto il terzo assassinio, ha paura di girare da solo per strada e cerca perciò la presenza di qualcuno di conosciuto…

I fantasmi del cappellaio: il risvolto Adelphi.

Una piccola città, La Rochelle, immersa in una gelida pioggia autunnale; borghesi apparentemente insospettabili che giocano a bridge; una serie di strani delitti che viene improvvisamente a turbare la vita della città; e due personaggi (il cappellaio, agiato e rispettabile commerciante, e il “piccolo sarto” armeno con addosso il suo irrimediabile odore di aglio e di miseria) che si osservano in una comunicazione tragica e segreta: due sguardi consapevoli, due punti di vista contrapposti e complementari fino alla reciproca dipendenza, fino alla complicità, si affrontano in una sorta di controcampo investigativo di altissima tensione drammatica.

I fantasmi del cappellaio

«Non so se I fantasmi del cappellaio sia il più bel romanzo di Simenon, perché ogni volta che leggo o rileggo una delle sue opere, mi pare sempre la più bella, la più misteriosa, la più drammatica. Ripubblicato dopo quasi cinquan­t’anni, colpisce al cuore per l’incompa­rabile capacità di comunicare l’oscuro precipitare dei suoi personaggi dentro la propria perdizione e disperazione». Natalia Aspesi.

I fantasmi del cappellaio

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I fantasmi del cappellaioultima modifica: 2018-01-30T17:54:41+01:00da albatros-331