Maigret Penguin d’autore: Harry Gruyaert

Harry Gruyaert

Il fotografo Harry Gruyaert da timeinturkey.com

Maigret Penguin d’autore: Harry Gruyaert

La casa editrice americana Penguin offre l’occasione di una doppia collezione: Maigret ed il grande fotogfrafo maestro del colore.

Perché le copertine illustrate con altrettante fotografie di  Harry Gruyaert che caratterizzano l’edizione dell’americana Penguin dedicata a Maigret, iniziata nel 2013 e giunta ad ottobre alla ventesima pubblicazione, costituiscono proprio una vera e propria collezione nella collezione.

L’opera completa dovrebbe racchiudere tutti i romanzi che Giorges Simenon dedicò al commissario Maigret.

Si tratterà, quindi, a collana ultimata di ben 75 (76?) scatti d’autore eseguiti dal famoso fotografo belga, pioniere della fotografia a colori e maestro della sperimentazione fotografica.

Harry Gruyaert nato ad Anversa nel 1941, a 20 anni ha lasciato il Belgio (proprio come Simenon), che appariva troppo limitato ai suoi occhi affamati di luce.

Dopo gli studi alla Scuola di Cinema e Fotografia di Bruxelles, nel 1960, realizza alcuni documentari per la televisione. In seguito, ispirato dalle immagini di Richard Avedon e Irving Penn pensa di divenire fotografo di Moda.

Nel 1962, Harry Gruyaert lascia la natia Anversa per recarsi a Parigi. Qui lavora per la rivista di moda Elle, incaricato da Peter Knapp, allora direttore artistico della rivista.

Il mondo della moda lo affascina. Soprattutto lavorare con splendidi soggetti come sono le mannequins.

I’atteggiamento di Harry Gruyaert, verso l’ambiente della moda, muta quando, assai presto, egli arriva a coglierne l’essenziale estraneità al mondo reale:

“tout cela manque singulièrement d’ouverture au monde”.

Le occasioni di nuove e decisive sperimentazioni gli arrivano, prima, da Robert Delpire, che gli commissiona immagini di vetture e, poi, da  Philippe Hartley che lo invia a documentare una crociera in Marocco.

E il Marocco è, per lui, un’autentica rivelazione. Una costante fonte di ispirazione.

Immagine del marocco da mylifemyphilosophy.tumblr.com/

Immagine del Marocco da mylifemyphilosophy.tumblr.com/

Al Marocco, Harry Gruyaert, dedicherà due libri.

“une fusion, les habitants sont mêlés au paysage dans une harmonie de couleurs, c’est le Moyen-Âge et Brueghel à la fois”

 

Da qui la scelta che condizionerà l’intera sua vita e la sua opera.

Harry Gruyaert scopre che la sua vera vocazione è il viaggio, che gli consente di incontrare altre realtà. L’occasione di viaggiare per lavoro potrebbe offrirgliela l’attività fotografica per la stampa, ma per lui, ormai, conta “l’immagine assoluta”.

Proprio per inseguire questa image absolue, essere libero di viaggiare secondo il proprio ritmo e realizzare fotografie senz’altra finalità che l’esperienza visiva e la costruzione grafica, il fotografo belga si dedica a lavori commissionati da grandi imprese industriali.

Grande ammiratore di Michelangelo Antonioni, la sua opera è più influenzata dal Cinema e dalla Pittura che non dalla Fotografia. A New York incontra e frequenta anche scultori come Richard NonasGordon Matta-Clark. Evidentemente è la forma ad attrarlo ed i mezzi che riescono a manifestarla.

Nel 1972 si trasferisce a Londra e, influenzato dalla Pop-Art, realizza la famosa serie TV Shots fotografando un apparecchio televisivo che trasmette immagini casuali. I giochi olimpici, le commedie, i primi passi dell’uomo sulla Luna divengono, nelle sue immagini, altrettanti simboli stilizzati di un nuovo mezzo espressivo che si realizza inventando se stesso.

Dopo Parigi, il Marocco, New York e Londra, Gruyaert torna in Belgio, questa volta da fotografo e da artista. Da questa esperienza nasce il libro Made in Belgium.

Maigret Penguin

Due copertine della serie Maigret edita da Penguin

In quest’opera fondamentale emerge tutta la sofferenza del rapporto fra l’artista e la sua patria. Luci intermedie, senza brillantezza, spesso tono su tono, oppure volutamente colorate in modo artificioso per contrastare il senso di malinconia che quella terra gli comunica.

“Il colore è più psichico che non il bianco e nero, più intellettuale ed astratto. Davanti a una foto in bianco e nero, abbiamo la possibilità di comprendere quello che accade fra i personaggi. Con il colore siamo immediatamente influenzati dalle differenze di tono che esprimono la situazione.”

Harry Gruyaert descrive la fotografia come un’esperienza psichica, uno stato di eccitazione, un piacere vitale e sensuale, un modo d’essere più presenti al mondo, meno vulnerabili. Una vera terapia.

“Una vera e propria lotta con la realtà, una specie di trance, per salvare un’immagine o, forse, perderla del tutto. In mezzo a questa lotta io mi trovo a mio agio.”

 

Uno dei grandi protagonisti della fotografia del ‘900.

Risulta evidente come, di fronte ad un artista del genere, la serie di copertine per Maigret nata dalla collaborazione con Penguin assume una valenza considerevole.

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Maigret Penguin d’autore: Harry Gruyaertultima modifica: 2015-11-13T02:22:44+01:00da albatros-331
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