Simenon si dice Adelphi.
Con 167 titoli in catalogo, di cui 164 anche in versione e-book, e un risultato commerciale che raggiungeva i sette milioni di coppie vendute già nel 2017, possiamo affermare senza tema di smentita che, in Italia, Simenon si pronuncia Adelphi!
Di recente pubblicazione il romanzo Il Sospettato, nella traduzione di Marina Karam, si conferma, come i precedenti, un sicuro successo editoriale.
Quella di inserire le opere di Simenon nel proprio catalogo si è rivelata dunque una scelta vincente e perfettamente in linea con la strategia editoriale Adelphi che ha sempre puntato su titoli ed autori il cui valore si conferma anche nel lungo periodo.
Simenon, in Italia, si dice Adelphi dal 1985.
Inizia nel 1985 il sodalizio tra lo scrittore belga Georges Simenon e la casa editrice Milanese, con la pubblicazione di Lettera a mia madre che la Mondadori aveva rifiutato giudicandolo “troppo corto”.
Ma una data importante, di questa loro collaborazione, è il 6 ottobre 1993.
Quel giorno esce nelle librerie, per i tipi della Adelphi, il primo Maigret italiano non Mondadori. Si tratta del romanzo “Pietr il lettone”, proprio quello con cui lo stesso Simenon esordì in Francia con il personaggio che lo renderà famoso in tutto il mondo.
Adelphi Simenon, tutti i libri dello scrittore belga.
Dentro Mondadori la produzione di Simenon non era riuscita a svincolarsi completamente da quella considerazione un po’ minore che viene da sempre riservata al romanzo giallo o poliziesco che dir si voglia.
“Maigret. Cosa fa quel commissario in casa Adelphi? Giallo in biblioteca, Roth e Nietzsche indagano.”
Simenon, in Italia, si dice Adelphi
Come detto in precedenza Adelphi inizia nel 1985 la pubblicazione delle opere di Simenon, dopo che questi ha deciso di lasciare la Mondadori. Primo titolo: “Lettera a mia madre” a cui seguirà “La finestra di fronte”.
“I rapporti fra Simenon e la Mondadori si erano guastati soprattutto dopo la morte del vecchio Arnoldo”.
“Siamo verso la fine del 1982 e decidiamo di andare da Simenon a Losanna, nella casa in Avenue des Figuiers, dove si era trasferito dopo aver lasciato la celebre villa di Epalinges. Abbiamo parlato per due ore, gli ho esposto un piano di pubblicazione sistematica delle suo opere. Ci siamo lasciati con la promessa che avrebbe controllato la situazione dei contratti che lo legavano alla Mondadori. E’ stata l’ unica volta in cui ho visto Simenon”. .
“Federico e’ amico di Simenon, perche’ non gli scrive? Fellini accetta ed esplicitamente invita Simenon a passare all’ Adelphi. La lettera si rivela decisiva. Simenon confessa a Fellini: E’ proprio il momento per lasciare Mondadori”. .
“La questione Maigret si e’ posta quando Simenon era ancora vivo. Lui ci chiese: siete disposti a pubblicare anche le inchieste del mio commissario? Rispondemmo di si’ . Naturalmente, abbiamo dovuto attendere che la cosa fosse possibile come per i “non Maigret”. E’ trascorso qualche anno e intanto Simenon e’ morto. Non appena Joyce Aitken ci ha dato via libera, abbiamo preparato il piano di pubblicazione con traduzioni nuove, e il 6 ottobre sara’ in libreria Pietr il lettone”. .
Joyce Aitken fu la mitica, fedelissima segretaria particolare di Simenon. Dal 1952 fino a dopo la morte dello scrittore (1989) la Joyce curò tutti gli interessi editoriali di Simenon. Morì nel 1995 portandosi nella tomba tanti segreti dello scrittore belga, che non volle mai rivelare.
Adelphi Simenon tutti i libri dello scrittore belga.
Il sospettato – Georges Simenon